morte di Catone Uticense
dipinto,
ca 1640 - ante 1681
Gimignani Giacinto (attribuito)
1606-1611/ 1681
n.p
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gimignani Giacinto (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Michele a S. Salvi (ex)
- INDIRIZZO via di S. Salvi, 16, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Inventariato nel 1881 e nel 1890 come ignoto e considerato dal Turrini (1974-1975) come opera di un autore influenzato "dal classicismo pesante dei seguaci francesi", il dipinto rivela innanzitutto una chiara dipendenza, anche tipologica e compositiva, da Pietro da Cortona. Tuttavia l'empito e lo stile barocco del pittore toscano sono in quest'opera sostanziati classicamente da un disegno di carattere più accademico che rimanda piuttosto alla limpidezza e alla fermezza della tradizione pittorica bolognese. Queste caratteristiche si riscontrano nella produzione di Giovan Francesco Romanelli (Viterbo 1610-1662) e di Giacinto Gimignani (Pistoia 1606 - Roma 1681), entrambi allievi di Pietro da Cortona ma che del suo stile dettero un'interpretazione classica per effetto dello studio e dell'adesione ai modi più accademici adottati dai pittori bolognesi ed emiliani a Roma. In realtà i due artisti, che collaborarono con il Sacchi alla ridecorazione del Battistero Lateranense, parteciparono di un clima assai diffuso negli anni quaranta a Roma e tendente a recuperare la lucidità e la fermezza disegnativa e compositiva di Annibale Carracci e dei suoi seguaci. Tuttavia è presente in quest'opera anche una forte componente francese, e in particolare poussiniana, dalla quale sembra dipendere l'interpretazione emotiva,di natura stoica, del tema trattato e il carattere neoveneto del contrasto cromatico. La somma di tutti i motivi stilistici sopra citati riconduce soprattutto al nome di Giacinto Gimignani il cui orientamento stilistico, pur nella matrice iniziale di origine cortonesca, si connota fin dagli anni trenta per una tendenza a recepire il classicismo neostoico del Poussin e la lucidità compositiva e disegnativa dei bolognesi. Se di mano del Gimignani, ma sottolineo ancora le tangenze con opere del Romanelli come l' "Adorazione dei Magi" in Sant'Eligio degli Orefici a Roma e quella in Sant'Agostino a Siena, la "Morte di Marco Porzio Catone il giovane" non appartiene al periodo iniziale, e più cortonesco dell'artista, ma all'ultima fase della sua produzione che si caratterizza per una limpidezza d'immagine di gusto neoclassico. Evidenti sono comunque i riferimenti di questa tela alle opere di tutto il percorso del Gimignani: dalla gestualità e dalla tipologia del giovane re inginocchiato nella "Adorazione dei Magi" del 1634 (Roma, Oratorio di Propaganda Fide) fino alla figura di Assuero nell'affresco con "Ester e Assuero" di Palazzo Doria Pamphili a Roma (1648 ca.) e alla "Flagellazione" di Camerino del 1643 dove mi pare di riscontrare ricorsi anche nel luminismo che percorre -definendole- le anatomie dei carnefici. Si tratta però probabilmente di un'opera un po' più matura e forse posteriore anche al "Parnaso" affrescato nel 1654 dal Gimignani in Palazzo Niccolini a Firenze
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900037691
- NUMERO D'INVENTARIO inv. 1890, 5794
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1994
- ISCRIZIONI entro cartellino sul retro del telaio - INV(ENTARIO) 1890 / 5794 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0