calice di Vambré Giovanni (inizio sec. XVIII)

calice 1700 - 1710

Base circolare a sei lobi, orlo liscio e piatto sulla cui cornice correun serto di alloro e nastri. nodo piriforme. Sottocoppa a margine libero.De corazione a foglie di acanto e steli fioriti

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ incisione
  • ATTRIBUZIONI Vambré Giovanni (notizie 1672/ 1714)
  • LOCALIZZAZIONE Pescia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice è attribuibile alla copiosa e pregevole produzione di GiovanniV ambrè, argentiere fiammingo stabilitosi a Lucca alla fine degli annisessa nta del Seicento. Le ragioni di tale venuta non sono note, sappiamoche do po vari spostamenti attraverso le provincie fiamminghe e laFrancia arrivò a Lucca, forse allettato da buone prospettive di lavoro opiù verosimilme nte chiamato per una specifica commissione. D'altra partela manualità e l a perizia degli argentieri fiamminghi era diffusamenteapprezzata e richie sta in tutta Europa. La grande abilità nello sbalzoed il repertorio ornam entale, in cui seppe fondere esperienza personalee tradizione locale, val sero al Vambrè ammirazione e copiosecommissioni. Certo è che tutta la sua opera, innovativa rispetto alleabitudini e alle capacità degli argentier i lucchesi del tempo, restafacilmente identificabile, non solo per i punz oni regolarmente applicatiagli oggetti, ma per gli schemi decorativi di f ondo costantementeelaborati anche in forme molto diverse. Cercando di far coinciderestruttura e decorazione, il Vambrè introduce negli ornamenti q uasiscultorei degli argenti lucchesi elementi fitomorfi, tulipani, peonie egarofani, insomma tutto quel vocabolario decorativo che dalla cultura olandese stava filtrando nei manufatti di tutta Europa. Nella serie dicali ci a cui appartiene anche il nostro, attribuibili alla suaproduzione più tarda, riproduce una divera ed interessante struttura abase esalobata. L' orlo liscio e piatto, il serto di alloro sulla cornicedi base interrotto da foglie di acanto in prossimità dei piccoli cerchiperlinati, le sei fog lie di acanto alternate a steli fioriti o simbolidella passione sul nodo e sul sottocoppa nonchè l'equilibrata divisionedell'oggetto in tre parti uguali (base, nodo e coppa) rivelano unapersonale elaborazione stilistica riprodotta, senza eccesive varianti,dalla fine del Seicento. Le analogie decorative e stilistiche del calicepesciatino, tali da farlo sembrare id entico, a quello datato 1705 econservato presso la chiesa dei SS. Simone e Giuda di Lucca ci consentonodi ipotizzare una produzione collocabile ne llo stesso arco temporale. Laschedatrice, in assenza dei repertori oggi d isponibili, aveva attribuitoil calice ad una generica bottega toscana dat andolo al 1835 anno in cuiil Canonico Luigi Cecchi lo aveva donato al san tuario di S. MariaMaddalena
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900034039
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI sull'orlo del piede - CAN(ONICO) CAV(...) LUIGI CECCHI DONO' 1835 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1700 - 1710

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'