ritratto di Fra Ainolfo dei Bardi
dipinto,
1632 - 1632
Dolci Carlo (1616/ 1686)
1616/ 1686
Ritratti. Personaggi: Bardi Ainolfo. Figure maschili: cacciatori. Abbigliamento: abito da caccia di foggia ungherese. Animali: cani; cinghiale. Oggetti: croce dei Cavalieri Gerosolimitani; spada; elsa. Paesaggi: campagna collinosa. Piante: quercia
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Dolci Carlo (1616/ 1686)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si può identificare il dipinto con quello citato dal Baldinucci (V,1847, p.340), come eseguito dal giovanissimo pittore per il nobile fiorentino "Inolfo de' Bardi". Alla famiglia Bardi è sempre appartenuto fino a quando il Conte Alberto Bardi Serzelli non lo lasciò, nel suo testamento (25/1/1951, rogato il 20/7/1954), in eredità alle Gallerie di Firenze. Dopo essere stato esposto nella Galleria Palatina, il dipinto è stato trasportato nel 1972 alla Galleria degli Uffizi, dove è tuttora. Ainolfo dei Bardi (1573-1638) nacque da Giovanni Maria di Camillo Bardi e da Lucrezia di Pietro Alamanno Salviati. Divenne Cavaliere di Malta (ecco perché 'Fra Ainolfo') per interessamento di Caterina dei Medici; nel 1597 si stabilì a Roma dove fu Capitano dei lancieri di Clemente VIII, Leone XI e Paolo V; nel 1605 ritornò a Firenze e prestò servizio presso il Granduca Ferdinando I. Fu ambasciatore presso Cesare d'Este ed altri signori italiani. Il vitalismo che si sprigiona dalla figura del nobile, la luce diffusa e limpida, la profonda sensibilità cromatica fanno di quest'opera una delle più belle del pittore. Il Dolci, seppur molto giovane, si mostra già fin d'ora artista dotato ed esperto nell'arte del ritratto. Egli non si è ispirato tanto alla contemporanea ritrattistica fiorentina (Vignali, p. es.) quanto ai soggetti mitologici e biblici di Matteo Rosselli ('Trionfo di David' a Palazzo Pitti) e di Jacopo Vignali, suo maestro ('Aurora e Cefalo ', Ponce Art Museum), come si può vedere dall'espediente dell'albero fronduto posto a separare il paesaggio dello sfondo dalla figura in primo piano e dalle figurine di cacciatori viste in lontananza che ricordano certi esempi manieristi del Rosselli (cfr. McCorquodale,1973,p.481). Lavoro fresco e spregiudicato, senza abbandoni lacrimosi o mielose leziosità per il Nugent (II,1930,p.268), per il Del Bravo (1963,p.33) non è che una 'traduzione arida e secca' della contemporanea pittura del Vignali. Il McCorquodale invece (op.cit.) sottolinea che l'opera presenta una freschezza e un vigore che nei dipinti successivi verranno meno
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900021999
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9298
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2015
2024
- ISCRIZIONI sul retro - Carlo Dolci fece di sua età anni 16 - 1632 - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0