Giornale P[er] il Sig.re Gio b.ta Foggini. Schizzi di architetture e elementi architettonici, monumenti, arredi sacri, oggetti profani e motivi decorativi
taccuino di disegni
post 1713 - ante 1717/ 1718
Foggini Giovanni Battista (1652/ 1725)
1652/ 1725
Libro con rilegatura in cartapecora con quattro lacci di pelle marrone contenente 171 fogli, dei quali trenta in carta bianca non coevi, divisi in undici quinterni. Sui 141 fogli originali sono tracciati disegni sul recto e per la quasi totalità anche sul verso. Sulla coperta le iscrizioni sono a penna; sul foglio di guardia è annotato il numero d'inventario del giornale e il numero totale delle pagine. I fogli originali presentano tutti il timbro del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Lugt. 930, e una numerazione progressiva a penna, eccetto il foglio 132 che è ripetuto per due volte, mentre i fogli aggiunti nell'Ottocento sono numerati a matita
- OGGETTO taccuino di disegni
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MATERIA E TECNICA
carta bianca/ matita nera
carta/ penna, matita nera, inchiostro bruno, acquerellatura
cartapecora/ penna
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ATTRIBUZIONI
Foggini Giovanni Battista (1652/ 1725)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO Piazzale degli Uffizi, 6, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo album di schizzi, detto il 'Giornale del Foggini', contiene allo stato attuale circa 260 disegni tracciati sul recto e per la quasi totalità anche sul verso di ogni pagina. Si tratta di progetti di vario genere, come architetture esterne e interne, monumenti, arredi sacri e motivi decorativi per lavori di artigianato che ci testimoniano le molteplici attività di questo "Scultore e Architetto di Corte", non che direttore della "Real Galleria dei lavori e Cappella" durante quattro anni, dal 1713 al 1716 (la datazione è resa possibile dall'unico riferimento cronologico contenuto nel 'Giornale', 6 maggio 1715, al foglio 99v) e da alcuni gruppi di progetti sicuramente databili (vedi quelli per il monumento alla Regina Anna d'Inghilterra commissionato nel 1714, scheda 0900015738 del foglio 77 r-v, altri disegni collegati a questo: inv. 8027 A - 70 v., 78 r., 79 r.-v., 80 r.-v., 81 r., 82 r.-v., 94 r.-v., 95 r., 100 v., 105, 114; per il reliquiario dei Santi protettori della Toscana, scheda 0900015800 del foglio 149 r-v, altri disegni collegati a questo: inv. 8027 A -148 v., 150 r.-v., 151 r.-v., 152 r.-v., 153 r.-v., 154, 155 r., 156 r., 157 r., 162 v; quelli per il rifacimento dell’interno della chiesa di Sant’Ambrogio a Firenze, scheda 0900015809 del foglio 158 r, altri disegni collegati a questo: inv. 8027 A / 155 v., 156 v., 157 v., 162, 164, 165 v., 166 r.-v., 167 r.-v., 168 r., questi, realizzati tra il 1717-1718). Sicuramente l'album è nato fin dall'inizio come un unico taccuino, si esclude l'ipotesi che esso consti dell'unione di inserti di fogli già disegnati, data la presenza delle varianti di uno stesso progetto sui fogli di inserti differenti e ne è prova anche la filigrana, disposta al centro di due pagine, che è sempre uguale, con lievi variazioni, è solo differente al foglio 79, ma è da notare, che proprio questi due tipi di filigrane si ritrovano (sei monti sormontati da una croce con sotto le lettere ‘F’ e ‘A’; aquila inscritta in un cerchio sormontato da una corona) entrambi su altri fogli autografi dell’artista, come quello del Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, il numero 128835 del volume 158-H-12. Circa trenta fogli (di 171 originali numerati in ordine progressivo, solo in due carte è ripetuto lo stesso numero ’132’) sono stati staccati in epoca imprecisabile, ma sicuramente prima del 1887, anno in cui alcuni di questi sono entrati a far parte della collezione del Victoria and Albert Museum di Londra e individuati dallo studioso tedesco Klaius Lankheit (1959, 1962). Egli afferma di aver individuato cinque fogli mancanti (invv. D. 1112-1887, D. 1182-1887, D. 320-1887, D. 397-1887-erroneamente indicato 317-1887-, D. 319-1887), ma sono concorde per i primi tre (cc. 3, 52, 59) che infatti recano la numerazione a penna e nella stessa grafia delle altre pagine conservate appunto agli Uffizi, mentre mi sembra da escludere l’appartenenza al ‘Giornale’ degli altri due disegni che il Lankheit ritiene siano le carte 15 e 51. Lo confermano le dimensioni maggiori (mm 293 x 207, mm 298 x 217) degli altri esemplari, la numerazione differente (attualmente indecifrabile perché i fogli sono smarginati, ma è tracciata con un grosso tratto a penna e contornata da una linea circolare) e gli stessi disegni in essi contenuti (delineati con uno stile più ricco e complesso, in una maniera affollata che non trovano confronti con i fogli del ‘Giornale’, ma con altri disegni autografi del Foggini e che io ritengo eseguiti intorno al 1723, che verranno pubblicati con un articolo “Inediti fogginiani” su “Paragone” di marzo del 1974. Lankheit afferma che il Giornale fu visto da Francesco Saverio Baldinucci, che lo indicò come opera del Foggini settantenne. Il biografo fiorentino dice infatti (Lankheit 1962, doc. 48, p. 237) che l’architetto e scultore, all’età di 70 anni, per ingannare il tempo, si mise a disegnare, tanto che compose un intero libro di schizzi. Ma penso che sia da escludere che il libro citato dal Baldinucci sia il ‘Giornale’. Infatti i progetti in esso contenuti sono stati in parte realizzati e poi sono sicuramente databili intorno al 1715, quando il Foggini aveva circa 63 anni, inoltre è possibile avanzare l’ipotesi di un altro album di schizzi, posteriore al ‘Giornale’, di cui forse fecero parte i disegni che io ritengo eseguiti intorno al 1723. Dopo le pubblicazioni del Lankheit, alcuni gruppi di disegni contenuti nel ‘Giornale’ sono stati presi in esame da alcuni studiosi. I progetti relativi al reliquiario dei santi protettori della Toscana sono stati pubblicati dalla Piacenti-Aschengreen (1968), mentre alcuni ornamenti per lavori in pietre dure sono riportati da Alvar Gonzales Palacios in un suo articolo (1969). Un disegno per alcova è portato a confronto di un interno fiorentino da Leonardo Ginori Lisci (1972). Studi più approfonditi (Monaci 1977; in “I gioielli dei Medici” 2003; 2019) hanno fatto slittare la datazione del taccuino di disegni al 1717/1718 e individuato che questo, non proviene dal fondo mediceo lorenese, ma bensì dall’acquisto fatto da parte dello Stato della collezione della signora Puliti di Firenze nel luglio del 1909, insieme ad altri duecentoventicinque disegni e a ottanta stampe (GDSU, ms. coll. N. 82-83, ‘Inventario generale dei disegni di figura posseduti dalla R. Galleria di Firenze’, v. XVII, [1881]-1912, annotazione all’inv. 20807 F)
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900015680
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. Ferri 1881-1912 Fig, n. 8027 A
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- ISCRIZIONI in alto, al centro della coperta - 'Giornale' entro cornice esagonale - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0