disegno architettonico, Arcata delle finestre del Battistero Neoniano di Ravenna di Anonimo italiano (XIX-XX)
disegno architettonico,
XIX-XX
Anonimo Italiano (xix-xx)
XIX-XX
Disegno a penna inchiostro di china nero su carta da disegno. Arcata delle finestre del Battistero Neoniano di Ravenna
- OGGETTO disegno architettonico
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MATERIA E TECNICA
carta da disegno
PENNA
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MISURE
Misura del bene culturale 08iccd_modi_2107002441661: 150X142 mm
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CLASSIFICAZIONE
OGGETTI/ OGGETTI ARTISTICI
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ATTRIBUZIONI
Anonimo Italiano (xix-xx): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Ravenna (RA)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Battistero Neoniano venne edificato nel V secolo, insieme alla cattedrale di Ravenna di cui rimangono pochi resti inglobati nell’attuale duomo e nel vicino Museo arcivescovile, in seguito allo spostamento della sede vescovile da Classe a Ravenna. Prende il nome dal vescovo Neone, che ne completò la costruzione dopo il vescovo Orso e che fece collocare la cupola resa leggera da tubi in terracotta. E’ detto anche Battistero degli Ortodossi, con riferimento ai cristiani della retta dottrina contrapposti agli eretici ariani. E’ un edificio a pianta centrale, di forma ottagonale, che simboleggia la resurrezione. L’esterno è rivestito in laterizio e presenta archetti pensili ciechi binati, finestre centinate con arco a tutto sesto e quattro absidi aggiunte nel X secolo. L’interno è suddiviso in due registri sovrapposti sormontati da una cupola. Nel registro inferiore vi sono otto archi ciechi su colonnine, al cui interno si trovano lastre di porfido e marmo verde entro riquadri geometrici, con archivolti decorati da mosaici raffiguranti elementi fitomorfi e figure umane. Nel registro superiore vi sono otto archi affrescati con pavoni e tralci di vite, ogni arco contiene tre archetti, nell’archetto centrale vi è una finestra affiancata da bassorilievi in stucco raffiguranti profeti, un tempo dipinti. La cupola è suddivisa in tre anelli concentrici ed è decorata a mosaico. Il medaglione centrale, con sfondo oro, presenta il Battesimo di Cristo: i volti di Gesù e del Battista sono stati rifatti nel XVIII secolo. L’anello intermedio, con sfondo blu, presenta i dodici apostoli. L’anello esterno, con sfondo azzurro, presenta delle finte architetture tripartite, con una nicchia al centro e due strutture ai lati che creano effetti di concavo e convesso, e i simboli del Giudizio finale. Al centro del Battistero si trova una vasca battesimale marmorea risalente al XVI secolo, con ambone del V secolo. Oggi l'edificio si presenta mutato nelle proporzioni originali, interrato di circa tre metri per il fenomeno della subsidenza, tuttavia i restauri ottocenteschi hanno in parte restituito la forma originaria. I primi restauri dei mosaici erano stati realizzati nel 1566, per ordine dell’arcivescovo di Ravenna Giulio Feltre della Rovere; tra il 1571 e il 1573 gli ornamenti delle cappelle erano stati ricoperti di intonaco e si erano persi i mosaici che ricoprivano le vele degli otto grandi archi; dal 1785 al 1793 il priore Giulio Francesco Varneri aveva fatto restaurare la superficie musiva. Dal 1854 al 1872 il restauratore romano Felice Kibel, diretto dall’ingegnere Filippo Lanciani, intervenne sui mosaici eliminando i restauri pittorici settecenteschi di Pietro Brandolini e integrando un pezzo di mosaico caduto per inavvertenza di un operaio nel giugno del 1856. Per quanto riguarda la struttura architettonica, l’intervento iniziato nel 1863 e realizzato dal Genio Civile sotto la direzione degli ingegneri Filippo Lanciani e Alessandro Ranuzzi, riguardò l’isolamento della fabbrica. Lanciani progettò la ricostruzione di due absidi (1864 e 1889), riportò le finestre alla forma originaria arcuata (1868-70) e contrastò le infiltrazioni d’acqua con la realizzazione di una copertura in lastre di piombo e con il risanamento dei muri perimetrali (1873-75). Nel 1874, durante una visita effettuata da Giovan Battista Cavalcaselle, inviato del Ministero della Pubblica Istruzione, Lanciani annunciò di avere portato a termine il primo progetto di isolamento, prosciugamento e innalzamento del Battistero, che prevedeva innanzitutto la demolizione della casa del parroco, dei magazzini e dei granai della mensa arcivescovile. I lavori vennero eseguiti solo parzialmente, dal 1876 al 1879, e compresero l’eliminazione parziale degli stucchi dai lunettoni, ritenuti aggiunte di età barocca. Fra il 1887 e il 1890 i mosaici vennero ancora restaurati da Ildebrando Kibel e Carlo Novelli, sotto la responsabilità del Corpo Reale del Genio Civile. Nel 1895 si passò agli infissi delle finestre e al progetto per la sistemazione del piazzale esterno. Nel 1898 l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze pose mano al restauro delle tessere, che erano state distaccate per ordine di Lanciani nel 1878, in previsione dei lavori di elevazione dell’edificio. Il direttore dell’Opificio Edoardo Marchionni, che aveva visitato il Battistero nel 1895, nella relazione redatta aveva denunciato lo stato di degrado raggiunto dalle tarsie distaccate vent’anni prima e lasciate a terra, segnalando inoltre che alcuni tratti di tarsie erano stati rimontati. Una lettura più approfondita delle fonti indusse un fermo dei lavori nella convinzione che la ricomposizione non fosse fedele all’originaria stesura. Intervenne la Commissione conservatrice dei Monumenti che approvò l’operato del Marchionni e invitò a modificare la tarsia dell’arcata nord già terminata. Le modifiche furono concluse nella primavera del 1898, quando i monumenti di Ravenna erano passati sotto il controllo della nuova Soprintendenza guidata da Corrado Ricci. Fra il 1899 e il 1906 intervennero sulle tessere Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga, sotto la direzione di Corrado Ricci della Soprintendenza per i Monumenti. Nel 1917, nel corso di indagini autoptiche effettuate da Giuseppe Gerola, fu ritrovato un frammento di cornice in stucco, che attesta la realizzazione della volta nella fase neoniana. Nel 1937, per evitare l’allagamento interno, fu scavata una trincea intorno al Battistero, poi si riparò il tetto e si sostituì il pavimento settecentesco con quadrelli di marmo. Dal 1937 al 1939 si effettuò una nuova operazione di consolidamento della superficie musiva, utilizzando metodologie importate dagli operatori del Regio Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sotto la direzione di Carlo Calzecchi Onesti e Corrado Capezzuoli, e sotto la responsabilità della Soprintendenza per l’Arte Medievale e Moderna di Bologna, sezione di Ravenna. Nel 1945, in seguito a un bombardamento che danneggiò il tetto e i mosaici, l’edificio venne restaurato. Altri lavori vennero eseguiti nel 1960-64 e comportarono l’asportazione della vasca battesimale settecentesca. Nuovi restauri sui mosaici si eseguirono nel 2005
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 08-ICCD_MODI_2107002441661
- NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 3101
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0