Scanno vescovile e tarsie marmoree dell’abside della basilica di San Vitale di Ravenna
disegno architettonico,
Bocci, Icilio (attribuito)
1849-1927
Disegno su carta pesante a matita e colorato a tempera. Scanno vescovile e tarsie marmoree dell’abside della basilica di San Vitale di Ravenna
- OGGETTO disegno architettonico
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MATERIA E TECNICA
carta/ matita/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Bocci, Icilio (attribuito): disegnatore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Azzaroni, Alessandro
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno fa parte di una serie di studi eseguiti nel 1899 dall’ingegnere e architetto Icilio Bocci, allora Soprintendente insieme a Corrado Ricci; tali disegni raffigurano la decorazione marmorea dell’area absidale di San Vitale, che in quegli anni era oggetto di studi, scavi e polemiche perchè fosse riportata alla forma originaria, dopo la rimozione di quella originaria per far posto nel XVI secolo ad un coro ligneo. Il caso fu particolarmente impegnativo, coinvolse diverse voci e pareri contrastanti anche tra gli stessi Bocci e Ricci rispetto alle tempistiche e modalità di procedere negli interventi di ripristino. Nella ricostruzione dei paramenti lapidei dell’abside fu coinvolto il regio Opificio delle Pietre Dure, incaricato di ricostruire un rivestimento marmoreo secondo i frammenti marmorei originari rinvenuti in altri punti della Basilica. L’archivio della Soprintendenza di Ravenna conserva carteggi tra Ricci, Bocci e il direttore dell’Opificio, Edoardo Marchionni, il quale rende conto del materiale che via via fa pervenire a Ravenna tra il 1902 e il 1904, anno in cui si completa il rivestimento marmoreo secondo l’antico assetto previsto da Ricci (AVSRa, RA 1/8). Una lettera di Icilio Bocci del 25 marzo 1900, diretta a Ricci e Marchionni, testimonia l’esecuzione ancora in corso di scavi e rilievi all’area absidale e potrebbe confermare la paternità dei disegni da lui firmati, tra cui il presente in oggetto. Bocci in tale lettera aggiorna i colleghi sull’andamento delle sue indagini: “[…] iniziai le mie ricerche nell’abside, ma in principio ne ottenne risultati poco soddisfacenti, perché al di sotto del marmo di rivestimento non rinvenni alcuna traccia della prima decorazione, anzi rinvenni un muro di recente costruzione che risale all’epoca in cui fu eseguito il rivestimento suddetto. […] Dei lavori eseguiti ho già fatti e disegnati i rilievi” (AVSRa, RA 1/13). Le tensioni professionali tra Ricci e Bocci sfoceranno nel trasferimento a Firenze del secondo e nel conseguente passaggio nelle mani del solo Ricci dei progetti di restauro e delle relazioni con architetti e Opificio delle Pietre Dure per i lavori a seguire. E’ del 23 gennaio 1902 una lettera di Marchionni all’architetto Maioli, assistente di Ricci, in cui si legge: “sto preparando i porfidoni per la decorazione del coro di S. Vitale in base al progetto preposto dall’Ispettore Ricci […]” (AVSRa, RA 1/13). La paternità del disegno in oggetto rimane ambigua: vi si legge infatti sia la firma di Icilio Bocci - che certamente in questi mesi esegue rilievi e disegni-, sia la notazione manoscritta che attribuisce il disegno ad Azzaroni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690414
- NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 16
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI in basso a destra - Icilio Bocci - a penna - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0