Vecchia che legge un libro

dipinto, ca 1651 - ca 1675

Dipinto su tela tensionata su telaio di restauro con traversa orizzontale e fornito di biette per l'espsansione; presenza di una tela di fodera dal retro. Il telaio è alloggiato all'interno di cornice a cassetta non coeva, in legno intagliato e dorato a foglia, riproducenteo un fregio a grandi e larghe palmette, con una ulteriore cornice esterna intagliata a mezzi ovoli. L'anziana figura è ripresa di tre quarti, in fronte di luce. Indossa sul capo un turbante di colore giallo e rosso che ne cela in parte i capelli grigi e ricade sulle spalle, con nappe ai bordi. La tunica all'antica di color violetto è fissata da una fibbia con un una grossa gemma color rubino. Il personaggio è assorto nella lettura di un codice, tenuto aperto tra le mani con fare energico e quasi duro

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Langetti Giovanni Battista (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo della Residenza della Cassa dei Risparmi di Forlì
  • INDIRIZZO Corso della Repubblica, 12, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Assegnato al pennello del genovese Langetti da Giordano Viroli nel 1997 con la prima schedatura della collezione della Cassa dei Risparmi di Forlì, il bellissimo dipinto si pone con risolutezza tra i migliori esempi di pittura di Seicento appartenenti alla raccolta, accostabile con buon gioco al Martirio di San Bartolomeo come prodotto della cerchia di Jusepe de Ribera, anche per la vicinanza di entrambi a modi di espressività e durezza nella trasmissione di colore ed anzi in primis delle ombre e dei lumi. Langetti a Venezia sarà non a caso uno dei mediatori di maggiore influenza di quei caratteri che in laguna saranno definiti ‘tenebrosi’, creando proseliti anche in artisti come Johan Carl Loth e Antonio Zanchi, che avevano già conosciuto una prima affermazione con opere di minore intensità drammatica. Del resto, nel periodo di studio a Roma di Langetti, nonostante le notizie, riferite dalla guida artistica di Genova di Carlo Giuseppe Ratti (1764) in poi, che riportano di un alunnato presso il cortonese Pietro Berrettini, la critica convenne che questo dovette rivelarsi assai flebile, vedendo piuttosto più dirimente l’influsso esercitato nel plasmare l’identità del giovane artista dalla vicina scuola napoletana dello Spagnoletto, come sostenuto prima da Jan Zaronowski e in seguito da Pallucchini. Frequenti compaiono poi, nel ventennio di attività del Langetti in laguna, le replicate figure di anziani filosofi o profeti, ignudi o abbigliati di povere vesti, di volta in volta interpellati o quasi aggrediti da soldati, da questuanti, perfino da angeli annuncianti la fine del mondo, costretti a rispondere con veemenza e ripagare della stessa focosa animosità. Nel dipinto di Forlì si nota in effetti da subito l’assenza della stessa agitazione. La nobiltà che promana dalla figura possiede al contrario un contegno peculiare, secco e mesto. L’anziana matrona, abbigliata in vesti che paiono poter alludere tanto ad una figurazione di Antico Testamento, quanto ad un personaggio dell’Antichità, dimostra una durezza alquanto trattenuta e compita, l’attenzione al testo pare salda nell’intenzione, e penetrante, in modo da rigettare la genericità di una riflessione aperta sulla senescenza e sulla caducità della vita. Sembra quasi una anziana Cornelia, la figlia di Scipione l’Africano, pervicacemente legata al voto di fedeltà vedovile verso il marito Tiberio Sempronio Gracco per perseverare nell’attenzione rivolta allo studio, per sé stessa nonché per l’educazione dei figli e del loro cruciale cursus politico. Anche alcuni tratti tecnici rilevabili nella conduzione unita della pennellata della fronte, del collo dei tratti del volto livido, lievemente meno solcata e meno mossa, concorrono a segnare alcune riserve rispetto al carattere più autenticamente tenebroso e ferale, crudo e violento della pittura di Langetti. Questi stessi elementi, che sono sciolti da Andrea Donati nella scheda del 2008, in senso di perizia tecnica, per sostenere una realizzazione nella piena maturità e stabilmente incardinata in Venezia, possono tuttavia manifestare una possibile permanenza di toni piuttosto pietistici e patetici, che Giambattista dovette aver respirato nella primissima conoscenza della pittura di Gioacchino Assereto. Nella complessa disamina della breve e ricca produzione del genovese tale verifica stilistica potrebbe giocare un qualche ruolo, nell’espandere e articolare in senso più vario la gestione delle fonti e degli insegnamenti operata da Langetti, oppure, e per converso, proporre una possibile forma dei suoi modi pittorici in prossimità dell’esordio o direttamente a Roma, quando ancora doveva essere più forte un qualche legame con la pittura più autenticamente genovese, le cui stille si possono rilevare forse anche nella resa particolare di luminescenza del bellissimo tema viola del manto dell’anziana donna
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686835
  • NUMERO D'INVENTARIO MS000598
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • ISCRIZIONI sul retro della cornice, in basso a destra - CASSA DEI RISPARMI/ di FORLI'/ INV./ N. (a stampa)/ 589 (pennarello) - a stampa su etichetta di carta -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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