Scena di martirio
disegno,
ca 1726 - ca 1750
Galli Bibiena Giuseppe (attribuito)
notizie sec. XX
Disegno, inchiostro acquerellato su carta, inserito in un passepartout e fissato a un foglio di carta che reca una grande filigrana con la corona, il giglio e le lettere SV e I, il tutto racchiuso in una cornicetta e protetto da un vetro. Raffigura “Scena di martirio”
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta filigranata/ inchiostro, acquerellatura
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ATTRIBUZIONI
Galli Bibiena Giuseppe (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si tratta di un “capriccio”, ma di un modello per una cerimonia religiosa, assai vicino ai numerosi realizzati dalla bottega dei Bibiena soprattutto per le cosiddette Quarantore. In particolare esso risulta compositivamente vicino a quello con la scena di “Anna manda Cristo a Caifa” inciso e pubblicato in “Architettura e prospettive dedicate alla Maestà di Carlo Sesto Imperatore de’ Romani da Giuseppe Galli Bibiena, suo primo ingegner teatrale, ed architetto, inventore delle medesime”, Augusta 1740, p. III, tav. 4. La scena risulta infatti inquadrata e composta in maniera estremamente simile. Tuttavia nel caso in questione non siamo in presenza di una scena di Passione di Cristo, ma di un episodio di martirio di un Santo, un vegliardo seminudo in basso a destra, mostrato in atto orante mentre viene torturato da due scherani. Il martire è poggiato a una tavola di legno e volge le spalle a una statua di Ercole, cui forse ha rifiutato il sacrificio. In primo piano l’episodio è introdotto da sculture raffiguranti la Religione (o la Fede) al centro, che regge la croce e l’ostensorio, ai lati da angeli con simboli della passione: la lancia, la veronica, la scala e (meno chiaro) un’ampolla o un piatto. Il tutto sullo sfondo di un imponente e fantasioso edificio, da cui personaggi in abito orientale assistono alla scena (in particolare rilievo un uomo e una donna in primo piano, che paiono additare verso quanto sta accadendo). Manca la scritta dedicatoria (il cartiglio in alto retto da angeli è privo della didascalia, che veniva aggiunta alla fine per evitare che risultasse capovolta) per cui non è chiaro a quale vicenda sia dedicata l’opera. Potrebbe forse trattarsi di un episodio preliminare al martirio di Sant'Andrea, visto oltre tutto che la figura del vecchio ha assonanze con il Sant'Andrea dei celebri affreschi del Domenichino. Da Attribuire a Giuseppe Galli Bibiena (Parma 1695 – Berlino 1757). In base agli elementi prima accennati l’opera potrebbe ragionevolmente datarsi al secondo quarto del XVIII secolo, per quanto la mancanza, perlomeno attuale, di ulteriori elementi conoscitivi renda difficile una più precisa collocazione cronologica e di conseguenza anche un inquinamento dell’opera relativamente alla committenza e alla destinazione d’uso del modello
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682338
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0