Deposizione di Cristo
dipinto,
Allegri Antonio Detto Correggio (1489 Ca./ 1534)
1489 ca./ 1534
Tela di formato rettangolare a sviluppo orizzontale
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Allegri Antonio Detto Correggio (1489 Ca./ 1534): pittore
- LOCALIZZAZIONE Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Resa nota da Carlo Volpe nel 1978 (atti del Convegno internazionale su Giorgione pubblicati nel 1979), la Deposizione di Cristo fu ricondotta in quella stessa occasione alla piena autografia del Correggio; tuttavia nel contributo l’opera è riprodotta solo limitatamente alla figura di S. Giovanni Evangelista. Nel giugno 2010, il passaggio in asta Finarte-Semenzato a Venezia rese definitivamente pubblica la tela giovanile del maestro emiliano (asta n. 1481, lotto n. 145). Nell’intervento del 1978, dove Volpe preferiva definire il soggetto un Compianto di Cristo, l’accento fu posto dallo studioso sul debito dell’opera verso Giorgione : “Il dipinto è senza alcun dubbio dell’Allegri, e denuncia con forza un sincero rapporto col Giorgione più caldo e crepuscolare dei Tre filosofi”, debito poi riassorbito (seppur talvolta affiorante) nel seguente cammino artistico di Correggio in favore di un classicismo di matrice raffaellesca incontrato nel possibile, quanto non documentato, soggiorno romano. Inoltre sulla scorta di Daniele Benati, è da rilevare come l’opera giovanile dell'emiliano si collochi nel solco di Andrea Mantegna: la composizione, l'impostazione orizzontale, lo stesso svolgersi paratattico dei personaggi sono da ricondurre ad una celebre incisione del maestro padovano che propone il medesimo tema. Dalla stampa di Mantegna provengono infatti alcune riprese quasi letterali come il gesto di Maria Maddalena con il panneggio gonfio che amplifica l’apertura delle braccia (gesto qui anestetizzato rispetto alla carica drammatica mantegnesca), o l'invenzione della roccia di fondo, che in Correggio si dilata magistralmente a dominare il secondo piano, gettando un’ombra densa sul gruppo di figure. Proprio l’atmosfera circolante che pervade l’opera e la delicatezza estrema usata nella restituzione del paesaggio fanno del dipinto una riproposta in chiave naturalistica della Deposizione di Mantegna, rivelando ancora una volta i problematici inizi di Correggio. Nonostante il grave depauperamento della materia pittorica - resa sottile e lacunosa per interventi di pulitura piuttosto aggressivi - ne comprometta una piena lettura, l’opera riesce ancora a mostrare la strada che dischiuse il giovane Correggio verso la “maniera moderna”, dalle erudite e continentali premesse padane all’aria pulviscolare che fluisce nell’atmosfera boschiva di un paesaggio che ha già ben inteso la lezione di Giorgione. La cronologia proposta è ricavata dalla relazione storico-artistica contenuta nel provvedimento di tutela in allegato
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682233
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0