tronco d'albero e fronde
disegno,
1857 - 1857
Bruzzi Stefano (1835/ 1911)
1835/ 1911
Disegno tracciato a matita di grafite molto dura con rari rinforzi di matita, sempre di grafite, più morbida. In alto, fra i rami superiori, qualche tocco di pastello a cera bianco ormai visibile solo a luce radente. Rappresenta un tronco di un albero cavo (un grosso castagno?) che sporge da una roccia quasi verticale e si alza fra bassi ramoscelli e alcune fronde di sottobosco ma si interrompe bruscamente in alto. Sullo sfondo, in basso a sinistra, tracce della restante vegetazione del bosco con accenni a piante sempreverdi (pini o abeti). Sul verso poche tracce, sempre a matita, di un intreccio vegetale con tronchi
- OGGETTO disegno
-
MATERIA E TECNICA
carta grigia/ pastello a cera
carta grigia/ grafite
-
ATTRIBUZIONI
Bruzzi Stefano (1835/ 1911): disegnatore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale di Parma
- LOCALIZZAZIONE Palazzo della Pilotta
- INDIRIZZO Piazzale Pilotta 13 A, Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il confronto con un altro foglio presente nella collezione (inv. 1266) ci racconta che Bruzzi nel 1857 si aggirava per i boschi di Ariccia e della campagna romana esercitandosi nella ripresa dal vivo. Il soggetto del disegno in esame è chiaramente ritratto da un brano di natura colto al vero, brano che però Bruzzi, su indicazione del maestro Castelli, ha gestito con una matita molto dura, quasi da architetto, arrivando a creare le ombre come un incisore, righe sottili parallele, solo raramente rinforzate da una matita più morbida. Ci racconta l’allievo Ozzola nell’articolo che dedicò al maestro Bruzzi nel 1909: “Il Castelli voleva dai suoi scolari sopra ogni cosa disegno, e per abituarli alla linea decisa e sicura faceva perfino scartare l’uso delle matite grasse e morbide. Il Bruzzi in quel tempo si esercitava a studiar dal vero frammenti di vegetazione. Sono disegni duri, secchi, ma d’una nitidezza da parere incisi a bulino: rappresentano cespugli, erbe lacustri, steli di canna [...]. Soltanto da cotesto lavoro paziente e continuo poteva venire quella sicurezza e sveltezza di mano, che permise poi al Bruzzi di fermare sulla tela i moti istantanei dei suoi modelli”. Forse questa tecnica inusuale, che arriva a restituire una grafica quasi astratta, deve aver indotto l’estensore dell’inventario generale ad individuare la tecnica come puntasecca (anche se poi si parla di disegno). Anche il mese di esecuzione, segnato dall’autore, viene letto dall’estensore dell’inventario come “Gennaio” ma le foglie sugli alberi e una rilettura più attenta della scritta potrebbero portare a leggere il mese come “Giugno”, sempre dell’anno 1857. Bruzzi si recò a Roma ancora adolescente e qui entrò in contatto con Nino Costa e attraverso di lui con il Böcklin, votati tutti all’ “amor dell’eterno vero”. Anche Sapori, che scriveva il primo minuto catalogo dell’artista a pochi anni dalla sua scomparsa, notò che Bruzzi a Roma “si rivolse alla campagna, copiando gli alberi fibra per fibra, i rami foglia per foglia. Così s’avviava a una tecnica schietta, senza sotterfugi, a un disegno un po’ duro, ma robusto e scrupoloso” (Sapori 1919). Anche questo foglio è di provenienza ignota
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800636145
- NUMERO D'INVENTARIO 1263
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI sul cartellino incollato sul passepartout, in basso a sinistra - STEFANO BRUZZI – Tronco d’albero e/ fronde/ inv. n. 1263/ a punta secca su carta grigiastra/ cm. 43,7 x 28,8 - moderna - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0