placchetta di cofanetto,

Placchetta in osso da cofanetto alla certosina raffigurante un uomo e una donna in atto di conversazione

  • OGGETTO placchetta di cofanetto
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italia Centrale
  • ATTRIBUZIONI Bottega A Figure Inchiodate (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La placchetta in osso da cofanetto raffigura un uomo e una donna in atto di conversazione. L’uomo veste una corta tunichetta mentre la donna un elegante abito. Si caratterizza per il modo di trattare i panneggi a fitte pieghe longitudinali parallele che ricadono morbidamente ai piedi delle figure rappresentate, donando all’insieme grazia ed eleganza. Le immagini sono inoltre movimentate da particolare espressività. La placchetta fa parte di una serie di nove placchette, tutte conservate al Museo Nazionale di Ravenna, appartenenti alla decorazione di un cofanetto (numeri inventario: 5731-5739). La serie, che presenta caratteristiche molto ben definite, è formata da placchette con uno o due personaggi collocate su basette che simulano un terreno roccioso. Mentre nella maggior parte dei casi le lastrine destinate alla decorazione dei cofanetti hanno forma rettangolare, qui le figure appaiono scontornate, e il fondo è assente. La presenza di una scena di battesimo nella placchetta con il numero di inventario 5738 induce a ritenere che si intendesse illustrare la vita di una santa. Le restanti placchette sono meno caratterizzate, e si limitano a mostrare personaggi, per lo più femminili a colloquio, ad eccezione del numero 5738 che raffigura una donna nell’atto di nascondersi dietro ad una pianta. Sono da notare le due figure avvolte nel mantello che compaiono nel pezzo 5739. Ogni placchetta presenta uno o due grossi fori, che a prima vista sembrerebbero parte di un adattamento posteriore: ma in tutti i casi in cui troviamo questo tipo di lastrine montate su un cofanetto, i pezzi risultano fissati al legno mediante chiodi a grossa e rotonda capocchia di rame, attraverso fori disordinatamente disposti, come in questo caso. Proprio questa particolare caratteristica ha dato modo, in uno studio (E. Merlini, La “Bottega degli Embriachi” e i cofanetti eburnei fra trecento e quattrocento: una proposta di classificazione, in Arte Cristiana, n. 727, 1988, pp. 267-282), di isolare una serie abbastanza nutrita di cassettine, decorate con placchette simili a queste: tutto il gruppo è stato attribuito ad un atelier identificato con il nome di “Bottega a figure inchiodate”. La produzione di questo laboratorio comprende esemplari sia a pianta rettangolare che esagonale, e può essere sostanzialmente divisa in due categorie. La prima comprende gli esemplari più ricchi e complessi sia dal punto di vista estetico che da quello iconografico: fra i quali ricordiamo la cassettina delle Civiche Raccolte di Milano (O. Zastrow, Museo d'arti applicate. Gli avori, Milano, 1978, numero 73), quello della Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia (E. Merlini, La “Bottega degli Embriachi” e i cofanetti eburnei fra trecento e quattrocento: una proposta di classificazione, in Arte Cristiana, n. 727, 1988, pp. 267-282, figura 20), i due esemplari del Museo Civico di Bologna (A cura di R. Pincelli, Lavori in avorio ed osso dalla preistoria al rococò, Museo Civico, Bologna, 1959, numeri 116 e 122), il ricomposto cofanetto della Collezione Chigi-Saracini di Siena (E. Merlini, La “Bottega degli Embriachi” e i cofanetti eburnei fra trecento e quattrocento: una proposta di classificazione, in Arte Cristiana, n. 727, 1988, pp. 267-282, figura 22), e quello del Virginia Museum of Fine Arts di Richmond (J. Bliss, A Cuir Bouilli Case and Other Decorative Arts from the Italian Renaissance, in Arts in Virginia, Virginia Museum of Fine Arts, Volume 29, 1989, pp. 30-33). Nel secondo gruppo si collocano invece i cofanetti più ripetitivi e modesti, come i due del Museo Civico di Arezzo (A. Del Vita, I cofani e le cassette civili del Museo di Arezzo, in Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione, Anno V, 1925-26, Volume I, pp. 399-410, figure 8-9), l’esemplare del Museo Nazionale d’Abruzzo (M. Moretti, Museo Nazionale d’Abruzzo nel Castello cinquecentesco dell’Aquila, L’Aquila, 1959, p. 29) e quello del British Museum di Londra (O. M. Dalton, Catalogue of the Ivory Carvings of the Christian Era in the British Museum, Londra, 1919, numero 403); a questa tipologia appartengono anche le placchette staccate del Museo Nazionale di Ravenna. La Merlini, che ha avuto il merito di affrontare il tema di una produzione a lungo trascurata dagli studiosi, ha fatto notare che questo tipo di materiali fortemente tardogotici rientra in un ambito espressivo alquanto diverso da quello embriacesco, sia per lo stile che per il repertorio iconografico. Infatti nella maggior parte degli esemplari è rappresentata una piccola folla di figure maschili e femminili a colloquio, insieme con elementi del gusto cortese, quali animaletti, fontane, castelli, e personaggi in trono con dignità regale, tanto che alcune di queste scene erano state genericamente interpretate come la corte del dio Amore, un tema simbolico propriamente medievale ed internazionale. Recentemente però è stata finalmente resa giustizia alla complessità del programma iconografico di questi cofanetti, a par
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635724
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 5737
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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