Dio Padre benedicente

statuetta,

Elaborata statuetta eburnea realizzata con la zanna di un elefante, il cui intaglio riproduce una complessa iconografia a sviluppo verticale, con la figura di Gesù come giovane Buon Pastore, vestito di una giubba di pelle di pecora e dormiente appoggiato al bastone. Sotto di lui è una montagna dal cui vertice sgorga la Fontana della Vita. Ai lati compaiono le figure della Vergine e di San Giuseppe, genitori del Cristo, ripresi nello stesso contesto naturale in cui sono pecore che si abbeverano alla fonte e allattano i cuccioli. Alla base della composizione è una schematica grotta al centro della quale si trova accovacciata Santa Maria Egiziaca. La Santa eremita è raffigurata accovacciata con gli attributi del crocifisso (a sinistra) ed il vaso di unguento (a destra). Ai lati dell'antro della santa sono due nicchie abitate da leoni. La zanna intagliata presenta fori praticati sul retro, funzionali all'applicazione di placchette lavorate a traforo, quale è - verosimilmente - il pezzo erratico con la figurazione di un albero sui cui rami, dispiegati simmetricamente, è una nuvola su cui poggia il mezzobusto di Dio Padre, con globo crociato nella sinistra, corona e gesto benedicente con la destra. [PER CARENZA DI SPAZIO SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]

  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA avorio, intaglio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Indoportoghese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso intagliato eburneo proviene dalle collezioni che i monaci camaldolesi del cenobio ravennate di Classe avevano raccolto a partire dal XVII secolo e che, soprattutto con le acquisizioni del XVIII, vennero a costituire una notevole collezione di rilievo non solo artistico ma altresì antiquario e naturalistico. In tale raccolta gli oggetti in osso e avorio ebbero una significativa rappresentanza, definendo un corpus tipologicamente eterogeneo e capace di riepilogarne vari periodi di produzione e regioni di provenienza. Le collezioni classensi, confluite nel demanio comunale con le soppressioni del 1797, ed esposte nella chiesa di San Romualdo come parte del Museo Classense Municipale, pervennero quindi al costituendo Museo Nazionale di Ravenna a partire dal 1885, per essere trasferite nella nuova sede del medesimo, l’ex-monastero benedettino di San Vitale, tra il 1913 ed il 1914. L'opera è identificabile sia tipologicamente che stilisticamente in un ambito di produzione indoportoghese. L'utilizzo di zanne di elefante per l'intaglio di complessi iconografici simili è documentata per un lungo periodo di tempo e con caratteri stereotipizzati tra il XVII ed il XIX secolo. L'iconografia dei soggetti, specialmente del Gesù giovinetto nelle vesti di Buon Pastore, che si sorregge sulle tre dita della mano come non avviene altrove in modelli cristiani, evidenzia espliciti caratteri sincretisti di tangenza orientale, incontrando in particolare la figura del Buddha in forma di Bodhisattva Maitreya. Similitudini sono poi identificabili con il Giustp Yima, il Buon Pastore della mitologia zoroastriana dell'Avesta, o con lo stesso Krisnha. Tale sincretismo è evidente conseguenza della zona di origine di questa manifattura artistica a lungo attiva in India dopo la conquista portoghese del 1510, che vide l'operare di intagliatori essenzialmente locali, soprattutto nel centro commerciale di Goa. E' stato tuttavia proposto che tale produzione potesse interessare anche le comunità di missionari occidentali (domenicani, francescani, gesuiti e in particolar modo agostiniani, che trasferirono su alcuni reperti simili al presente l'iconografia del Sacro Cuore di Gesù e il suo culto). Per la bibliografia relativa a tale tipologia artistica ed ai confronti con oggetti analoghi presenti in altre collezioni di avori, vedi la bibliografia riportata e discussa da MARTINI 1993, dove si valuta cautelativamente, in ordine alla conservazione di formule estetiche tipizzate, una possibile realizzazione dell'opera tra il XVII e il XVIII secolo
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635627
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1079
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

LOCALIZZATO IN

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'