Crocifissione

valva di dittico,

Lastrina eburnea alloggiata entro valva di tavoletta incerata con due scene della vita di Cristo disposte in verticale, ognuna inquadrata da tre archetti trilobati intagliati a rilievo. Nella parte superiore è raffigurata la Crocifissione, con il gruppo delle Marie dolenti a sinistra, San Giovanni Evangelista e due uomini a destra. In basso è invece raffigurata la Natività di Gesù, accarezzato dalla Vergine e con San Giuseppe, mentre alle spalle un pastore con il gregge riceve l'annuncio dall'angelo

  • OGGETTO valva di dittico
  • MATERIA E TECNICA avorio, intaglio
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Della Germania Occidentale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La valva di dittico proviene dalle collezioni che i monaci camaldolesi del cenobio ravennate di Classe avevano raccolto a partire dal XVII secolo e che, soprattutto con le acquisizioni del XVIII, vennero a costituire una notevole collezione di rilievo non solo artistico ma altresì antiquario e naturalistico. In tale raccolta gli oggetti in osso e avorio ebbero una significativa rappresentanza, definendo un corpus tipologicamente eterogeneo e capace di riepilogarne vari periodi di produzione e regioni di provenienza. Le collezioni classensi, confluite nel demanio comunale con le soppressioni del 1797, ed esposte nella chiesa di San Romualdo come parte del Museo Classense Municipale, pervennero quindi al costituendo Museo Nazionale di Ravenna a partire dal 1885, per essere trasferite nella nuova sede del medesimo, l’ex-monastero benedettino di San Vitale, tra il 1913 ed il 1914. La lastrina è molto sottile, conformemente a quanto si riscontra in molti analoghi rilievi eburnei realizzati nel XIV secolo, ed anche per questo si trova oggi in sette frammenti riassemblati, non senza la perdita di parte del materiale. Oggetti di piccolo formato, utilizzati talvolta come copertine per piccoli carnet di pagine miniate o di tablettes à écrire, come in questo caso, potevano valersi di una maggiore economicità anche attraverso il risparmio di materiale utilizzato. La schematizzazione degli stessi formulari compositivi nelle iconografie, che riproducono e semplificano tipologie imposte dalla grande scuola gotica parigina del XIII secolo, risponde alle stesse dinamiche di tipizzazione e serialità, nell’arte dell’intaglio eburneo, riscontrabili tanto in Francia quanto in Germania nel corso del XIV secolo. Come nota Luciana Martini, rendendo conto dei confronti stilistici con esemplari analoghi e delle ipotesi di sistemazione critica quali quella proposta da Oleg Zastrow (Zastrow O., Museo d'arti applicate: gli avori, Milano, Electa, 1978 per cui vedi vedi MARTINI 1993), l’opera in esame, identificata en pendant con l’altra tavoletta inv. 1072 (che riporta su due analoghi registri l'Adorazione dei Magi in alto e le scene dell'Annunciazione e Visitazione in basso), è da datarsi all’ultimo terzo di secolo XIV, e prodotta da un atelier della Francia settentrionale ovvero della Germania occidentale
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635606
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1078
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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