monumento ai caduti di Zucchini Guido (attribuito), Baruzzi Alfredo (attribuito) (sec. XX)
monumento ai caduti,
1920 - 1926
Zucchini Guido (attribuito)
Bologna 1882-1957
Baruzzi Alfredo (attribuito)
1873-1948
Il monumento ai caduti della prima guerra mondiale è un progetto che nel 1921 Corsini, insieme a l’ingegner Guido Zucchini al pittore Alfredo Baruzzi, aveva ideato per un monumento vero e proprio, da affiancare al già esistente lapidario. L'opera prevedeva la costruzione di un portale d’ingresso al chiostro, dedicato alla Vittoria. Il progetto, presentato il 13 dicembre 1926, rispondeva perfettamente agli ideali artistici e soprattutto retorici dell’epoca, ridondante di simboli, eccessivo e totalmente disarmonico rispetto al prezioso contesto
- OGGETTO monumento ai caduti
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MATERIA E TECNICA
CARTA
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ATTRIBUZIONI
Zucchini Guido (attribuito): progettista
Baruzzi Alfredo (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica Santuario di S. Stefano
- INDIRIZZO via Santo Stefano, 24, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1920 sorse a Bologna, su iniziativa dalla Fratellanza Militare, un comitato cittadino per promuovere la realizzazione di un ricordo dei Caduti nella guerra appena conclusasi. Tra il giugno e il dicembre di quell’anno il comitato lavorò al progetto e ottenne dal Comune il permesso di inserire il monumento nella “piazzetta detta di Santo Stefano”. Nel 1921, a causa di problemi di natura economica e in seguito al parere di tecnici della città “i quali dissuasero concordemente il comitato dall’erigere un monumento nella località prescelta”, si decise di sostituire al monumento una grande lapide da collocarsi sulla parete del palazzo comunale prospiciente la statua del Nettuno, nello spazio di fianco la porta d’ingresso dell’Esattoria. Trascorso un periodo non fecondo per la raccolta di finanziamenti, dopo che era stato in un primo momento scelto un progetto di Edoardo Collamarini e, successivamente, indetti due concorsi pubblici non riusciti, il comitato, condividendo il parere delle associazioni dei mutilati, dei combattenti e dell’unione reduci di guerra, fu d’accordo nel ritenere che la città di Bologna, per i ricordare i caduti e celebrare la vittoria della guerra non potesse limitarsi a una lapide, - benché in realtà si trattasse di un vero monumento a parete - e che doveva produrre “una vera e nobile opera monumentale”. Nel luglio 1923 la commissione esecutiva pro monumento, nata il 3 dicembre 1922, raccolte oltre cinquecentomila lire, sottopose a una giuria composta dagli architetti Giulio Ulisse Arata e Marcello Piacentini, e dallo scultore Leonardo Bistolfi, la proposta di costruire un monumento in piazza Nettuno che collegasse i palazzi del Podestà e di Re Enzo; il progetto riscosse parere favorevole. Venne bandito un concorso progettuale e il 31 marzo 1924 i 32 bozzetti presentati furono esposti presso l’istituto Aldini-Valeriani. La giuria, formata da Leonardo Bistolfi, Giuseppe Albini, Marcello Piacentini, Giulio Ulisse Arata e Augusto Sezanne, selezionò i sei artisti più meritevoli che avrebbero dovuto partecipare a un concorso di secondo grado. Il Ministero della Pubblica Istruzione aveva, nel frattempo, espresso preoccupazione per garantire “la intangibilità del gruppo dei palazzi del Podestà e del Re Enzo, ben consapevole dell’importanza di quel complesso monumentale”. L’esito del secondo concorso vide prescelto il progetto dell’architetto Giuseppe Vaccaro e dello scultore Giovanni Prini ma il Ministero si oppose e il progetto non fu attuato. Fin dal 1919 l’Associazione Madri e Vedova dei Caduti promosse la realizzazione di un monumento a ricordo delle vittime. L’iniziativa portò alla realizzazione, nel 1925, del Lapidarium nel chiostro della Basilica di Santo Stefano, da poco restaurato sotto la direzione di Luigi Corsini, Soprintendente ai Monumenti dell’Emilia. Nel 1921 Corsini, insieme a l’ingegner Guido Zucchini al pittore Alfredo Baruzzi, aveva progettato un monumento vero e proprio, da affiancare al già esistente lapidario, che prevedeva la costruzione di un portale d’ingresso al chiostro, dedicato alla Vittoria. Il progetto, presentato il 13 dicembre 1926, rispondeva perfettamente agli ideali artistici e soprattutto retorici dell’epoca, ridondante di simboli, eccessivo e totalmente disarmonico rispetto al prezioso contesto. Tuttavia l’idea fu approvata dalla Commissione cittadina per l’esecuzione del Monumento ai Caduti (gennaio 1927) e solo il successivo giudizio del Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti (maggio 1927) ne impedì l’attuazione a favore di una più semplice soluzione che escludeva il portale della Vittoria e la recinzione ad arcate in muratura; così semplificato, il progetto fu attuato a partire dagli anni Trenta. Bibliografia: Il monumento ai Bolognesi Caduti in Guerra 1915-1918 Note ed Appunti dell’Ingegnere Antonio Masetti Zannini, Bologna, Marzo 1922. Il concorso per il Monumento ai Caduti, in “Bollettino del Comune di Bologna”, Anno Decimo – Numero 5, maggio 1924. F. Cristofori, Bologna. Gente e vita dal 1914 al 1945, Bologna 1980, pp. 186-187. P. Monari, Il sagrato delle “Sette chiese” e il Monumento ai Caduti, in “Il Carrobbio”, XIII, 1987, pp. 267-274. ASCBo, Carteggio Amministrativo, Titolo XIII-Opere Pubbliche, Rubrica 3-Monumenti, anni 1920 G.V. Simonini, Il concorso per il monumento ai caduti in guerra nella città di Bologna, Bologna 1925-1930 http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/46/664
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634510
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0