il Combattente. madre con bambino
monumento ai caduti a cippo,
1920 - 1929/11/03
Luppi Ermenegildo (1877/ 1937)
1877/ 1937
In travertino e bronzo, il monumento è impostato su una base circolare. Intorno alla base, su quattro plinti, quattro gruppi scultorei in bronzo rappresentano rappresentano l’Offerta (una giovane madre che tiene un bambino piccolo e guarda lontano, al momento del sacrificio che verrà chiesto), il Combattente, il Dolore (madre e sposa unite nel dolore accomunano il pianto), il Sacrificio. Al centro di ciascun lato una breve scalinata porta al piano centrale sul quale poggia un basamento che ospita, entro riquadri, le scritte dedicatorie. Dal basamento si ergono quattro colonne di pietra in cima alle quali è posato un parallelepipedo che regge una imponente Vittoria alata con scudo nella sinistra e gladio nella destra
- OGGETTO monumento ai caduti a cippo
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
TRAVERTINO
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MISURE
Altezza: 1400cm
: 1400 cm
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ATTRIBUZIONI
Luppi Ermenegildo (1877/ 1937): progettista
- LOCALIZZAZIONE Viale delle Rimenbranze
- INDIRIZZO Viale delle Rimembranze, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande monumento modenese nell’architettura e nell’iconografia elaborata risponde alle esigenze di una narrazione più complessa rispetto alla semplice presentazione della figura evocativa o allegorica di alcuni monumenti destinati ai centri minori. Alla base i quattro gruppi scultorei impersonano e rappresentano temi che uniscono il valore civile (l'Offerta, il Dolore) al valore militare dei caduti e del combattimento per la patria (il Combattente, il Sacrificio). In cima, a coronare e dare un senso - nell'ottica dell'epoca - al sacrificio svetta una imponente Vittoria alata ed armata. Fu apprezzata fin da subito questa Vittoria stante, potente, solenne, quasi architettonica, a differenza delle molte Vittorie rappresentate come giovani fanciulle forse più gradevoli ma meno rispondenti alle necessità espressive richieste per un monumento. Le statue e i gruppi scultorei del basamento testimoniano una riflessione tutta condotta sui volumi, con poche concessioni alla vibrazione delle superfici, se non in parte nei due gruppi femminili. Lo scultore pose particolare attenzione al tipo di messaggio che doveva essere veicolato e riuscì a raggiungere una potenza comunicativa particolarmente forte. La differenza di resa plastica fra un gruppo scultoreo e l’altro è dovuta anche al passare degli anni fra la commissione e il compimento dell’intero monumento, il quale ebbe una realizzazione particolarmente lunga che diede luogo a polemiche riportate dai giornali dell’epoca. I monumenti di Modena furono accolti come espressione di una attesa preparata con pazienza fin dal 1923, quando una predica di Padre Roberto da Neve nella chiesa di San Carlo aveva infervorato gli animi e spinto a leggere il sacrificio dei soldati come rispondente al comandamento cattolico, invitando a leggere la Patria come una famiglia da onorare e per la quale era giusto il sacrificio. Già nel 1922 un referendum aveva sottoposto ai cittadini la possibilità di scelta del luogo per erigere il monumento e fu scelto il costruendo Parco delle Rimembranze che ogni città, Modena compresa, aveva l’ordine ministeriale di costituire. Nel 1923 quaranta scultori parteciparono ad un concorso che fu accompagnato, come spesso successe, da code di polemiche per i partecipanti e per la commissione, concorso al quale furono presentati, fra gli altri, progetti grandiosi di monumenti a esedra (V. Tarchi). La tipologia dell’esedra rafforzava il legame visivo e veicolava il legame mentale con l’architettura classica, rievocando gesta e tempi eroici, spesso mitizzati. Di fatto l’esedra non fu spesso realizzata; in territorio modenese ne troviamo un esempio, ribaltato, nel fronte di tempio di San Felice sul Panaro. Il concorso modenese fu vinto da Luppi, il cui nome circolava già prima della chiusura del concorso stesso. Di Luppi il critico d’arte Francesco Sapori, nel 1920, aveva apprezzato “l’onestà meditativa”, la sobrietà e la capacità di sintesi plastica, doti imprescindibili per un’opera che doveva avere un impatto comunicativo semplice, essenziale, efficace, come il monumento ai Caduti. Il 4 novembre 1927 era pronta la statua della Vittoria e nel 1928 il monumento fu completato, con un ritardo di 3 anni sulla data di consegna concordata e la conseguente preoccupazione del podestà di Modena. Fu inaugurato il 4 novembre 1929 alla presenza di re Vittorio Emanuele III e del principe Umberto, i quali prima di giungere in viale delle Rimembranze avevano fatto sosta al Tempio Monumentale. (Bibliografia e sitografia: “Il Re e il Principe Umberto a Modena consacrano i ricordi dedicati ai Caduti e alla Vittoria”, Corriere della Sera, 4 novembre 1929; Cresti Carlo, “Architetture e statue per gli eroi. L’Italia dei Monumenti ai Caduti”, Firenze, Pontecorboli 2006; Rivi Luciano, “Note sul monumento modenese ai caduti della prima guerra mondiale”, in “Il Carrobbio”, 29, 2003, pp. 253-265.; http://www.cellulab.it/ModenaMonumentoCaduti.html ; http://www.artefascista.it/modena__fascismo__arch.htm; http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Immagine:Modena_-_Monumento_ai_caduti.jpg; http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/49/435)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800602341
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- ISCRIZIONI sulla base - 1915-1918/ AI SUOI FIGLI CADUTI/ MODENA/ IN PERENNITÀ DI RICORDO/ CONSACRA - capitale romana - a solchi - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0