Lago di Garda. Paesaggio lacustre
dipinto,
1897 - 1897
Gemmi Giacomo (1863/ Notizie Fino Al 1889)
1863/ notizie fino al 1889
Uno scorcio lacustre con imbarcazioni e figurine su di una riva pietrosa con alberi sulla sinistra
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 107 cm
Larghezza: 156 cm
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ATTRIBUZIONI
Gemmi Giacomo (1863/ Notizie Fino Al 1889)
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, esposto alla mostra parmense della Società d'Incoraggiamento del 1897, fu tra i lavori selezionati per l'acquisto: con una valutazione di lire 400 fu aggiudicato, tramite il consueto sorteggio, al Regio Istituto di Belle Arti. Le memorie archivistiche conservate (Società di Incoraggiamento cass. 159 1895-1898, anno 1897) chiariscono che la tela venne inviata, il 10 aprile del 1897, da Verona, dove Gemmi all'epoca risiedeva. Nella scheda prestampata, fornita dalla Società promotrice agli artisti partecipanti, compare in calce una nota manoscritta del pittore: "Qualora la Società mi onorasse di acquistare il quadro sarei disposto a cederlo per un prezzo limitato. Prego solo metterlo in buona luce". Raccomandazione comprensibile considerando il soggetto del dipinto, di non immediato impatto visivo e neppure di facile contenuto emozionale come lo era, ad esempio, molta pittura di genere, per natura incline a un compiacente sentimentalismo. Si tratta, in questo caso, di una veduta paesaggistica peraltro estranea al contesto locale, bisognosa appunto, per essere apprezzata, di una sottolineatura espositiva. Accordata o meno la quale, il dipinto venne di fatto individuato per l'acquisto con un prezzo anche relativamente alto, che attesta, alla luce di quella che era, nello scorcio del secolo, la situazione finanziaria della Società, un apprezzamento davvero significativo del lavoro di Gemmi. A partire dall'ultimo decennio dell'Ottocento le azioni della Società riscontrarono infatti un forte calo che andò inevitabilmente a penalizzare il numero e l'entità dei premi (solo sedici i lavori selezionati nel 1897, dieci appena nel 1895). Questo a fronte di una partecipazione sempre numerosa alle rassegne parmensi (non più puntualmente annuali) da parte di artisti, più o meno giovani, il cui mestiere era ormai privo di quelle protezioni istituzionali di cui aveva goduto in passato. Il neonato stato unitario era certo meno prodigo nei confronti delle arti di quanto lo furono gli antichi regimi ducali, per i quali il mecenatismo era fondamentale strumento di consenso; le Accademie, d'altro canto, se non addirittura esautorate della loro funzione operativa, come nel caso di quella parmense, avevano ormai da tempo perso ogni capacità promozionale. In questo non roseo contesto, istituzioni come le Società promotrici, presenti ormai in ogni città, si qualificavano come gli ultimi baluardi di sostegno alla professione artistica, destinata ormai a d'ora in poi a dipendere esclusivamente dal mercato. Il quale si mostrava particolarmente ricettivo nei confronti di Gemmi, se diamo credito a quanto si legge in un articolo della Gazzetta di Parma datato 16 giugno 1891, puntualmente registrato nelle memorie di Scarabelli Zunti: Gemmi “si è fatto un bel nome in arte, specialmente a Verona e a Venezia ove molti dei suoi lavori – ritratti e quadri di genere – ornano i più aristocratici salotti” (Scarabelli Zunti Documenti... fine del XIX sec.vol. X, c. 70). Il fatto stesso che il quotidiano locale abbia dato notizia del soggiorno in città per motivi di salute del “distinto pittore conte Giacomo Gemmi (il titolo nobiliare peraltro non compare mai nella bibliografia, a dire il vero assai scarna), sembra testimoniare una certa fama conquistata dall'ancora giovane artista. Difficile ricostruire con le notizie ad oggi disponibili la sua biografia. Piacentino d'origine, egli trascorse infanzia e adolescenza a Parma: nel gennaio del 1878 risulta residente in città e iscritto al corso comune del primo anno presso il Regio Istituto di Belle Arti di cui tuttavia già nell'anno successivo non risulta più allievo (Registro dell'Istituto di Belle Arti di Parma. Ruolo degli alunni, vol. I). E' evidentemente di questo periodo il trasferimento a Verona dove i repertori lo dicono frequentare l'Accademia e dove nel 1884 espose già alcuni suoi quadri. Nonostante sia attestata anche una sua permanenza a Venezia e un più tardo soggiorno bolognese durante il quale decorò la Cappella del Crocefisso nella chiesa di Sant'Antonio (1904), Verona fu probabilmente la sua città d'adozione. Le vedute prospettiche e paesaggistiche, generi che, a dispetto delle parole della Gazzetta, sembrano privilegiati nella produzione di Gemmi, sono tutte veronesi. E ben tre furono con successo esposte alle mostre della Società d'Incoraggiamento a Parma: nel 1887 “Adige a Verona”, vinta dal re che ne fece dono alla Pinacoteca dove tuttora si conserva (Coccioli Mastroviti 2001 p. 201), nel 1900 “Ponte dell'Acqua morta a Verona”, toccato in sorte al Ministero della Pubblica Istruzione e poi confluito nella Galleria d'Arte Moderna di Roma, mentre di tre anni prima è appunto il premio al nostro “Lago di Garda”. Senza la documentazione recuperata sarebbe stato impossibile identificare il luogo rappresentato: il pendio roccioso sullasinistra, sul quale sono alberi nodosi e brulla vegetazione, la spiaggi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447014
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- ISCRIZIONI in basso a destra - G. Gemmi - Gemmi Giacomo - corsivo - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0