allegoria della primavera
Due gruppi di bronzo, fusi in un solo getto. Raffigurano le allegorie della Primavera. Pensati per essere visti da ogni angolazione, i gruppi sono formati da terne di putti appoggiati, quasi arrampicati, l'uno sull'altro e rivolti in opposte direzioni, così da generare nello spettatore un senso di moto circolare e ascendente. Ad aumentare visivamente il legame tra le figure contribuisce un sottile nastro con fiori in boccio che partendo dalla cornucopia posta alla base, sale, avvolgendosi alle carni dei fanciulli, sino a cingere il capo di quello più in alto; quest'ultimo solleva nella mano destra un piccolo mazzo, allusione alla rinascita primaverile. Dei tre Amorini, quello al centro mostra ali piumate, mentre gli altri hanno attributi più semplificati e quasi stilizzati, vagamente ispirati alle ali della libellula
- OGGETTO bronzetto
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
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ATTRIBUZIONI
Bertos Francesco (1678/ 1741): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezioni Galleria Estense di Modena
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
- INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I due piccoli gruppi sono identificabili con quei "Varj genj co' simboli della Primavera" ("Documenti inediti 1879-1880", vol. II [1879], p. 251, nn. 533/534) elencati nel 1806 da Filippo Aurelio Visconti tra i "metalli antichi" della collezione del marchese Tommaso Obizzi a Venezia. Grazie ai vincoli ereditari che legavano la famosa raccolta alla dinastia estense (Corradini 2007), le opere entrarono poi nelle collezioni pubbliche modenesi, insieme alle allegorie dell'"Estate" e dell'"Autunno" (cfr. 35a-b), anch'esse qui esposte per la prima volta. I bronzi, sebbene non firmati, sono da attribuirsi allo scultore veneto Francesco Bertos. Dare il senso del moto circolare e ascendente è consueto nelle opere del padovano. Le due sculture, che si differenziano tra loro solo per piccole varianti nella posizione delle figure, sembrano essere redazioni diverse di una serie con le "Quattro stagioni" della quale facevano parte L'"Estate" e l'"Autunno", leggermente più piccole e formate da putti non alati (cfr. cat. 35a-b). I bronzetti si legano idealmente ad alcuni gruppi di dimensioni maggiori (64-66 cm) databili intorno al 1730 con la "Primavera" e l'"Estate" oggi all'Ermitage a San Pietroburgo. Più stringente, soprattutto per la tipologia dei putti, è anche il confronto con un piccolo nucleo di oggetti da tavola (o da scrittoio), in bronzo, quali un "Portacofanetti con tre Amorini" oggi al Metropolitan Museum di New York (ivi, pp. 256-257, n. 187) già nella collezione Grassi di Firenze, dove i tre fanciulli, appoggiati l'uno sull'altro, sono in posizioni pressoché analoghe a quelle dei gruppi dell'Estense. Rispetto alle opere all'Hermitage, dove la presenza di Zefiro e Flora rimanda immediatamente all'iconografia della "Primavera", qui ciò che identifica il soggetto è solo la presenza della cornucopia e del serto fiorito, giacché putti e Amorini alati, derivati dal repertorio iconografico dell'antichità classica, dalle gemme e dai cammei, da soli non erano sembrati forse sufficienti a connotare il tema rappresentato. Del resto sin dalla fine del XVII secolo le allegorie delle stagioni, e della "Primavera" in particolare, si erano diffuse anche in pittura. Bertos che, come paiono confermare recenti ricerche (ivi, p. 5 nota 6, p. 22), visitò Roma nel 1709 ebbe modo di vedere e studiare non solo i gruppi statuari dell'Antichità, ma anche sarcofagi, trabeazioni e gemme con analoghi soggetti allegorici
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438096
- NUMERO D'INVENTARIO 2160
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sulla base - PRIMAVERA - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0