Battesimo di Cristo. battesimo di Cristo

disegno, post 1650 - ante 1674

Al centro Cristo inginocchiato su un masso in mezzo ad un fiume, a destra S. Giovanni Battista in atto di battezzarlo, sulla sinistra due angeli assistono alla scena

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ inchiostro a pennello/ matita
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bernardo Strozzi
    Elisabetta Sirani
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Coccapani
  • INDIRIZZO corso Vittorio Emanuele II, 59, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Documentazione archivio ufficio catalogo (scheda non firmata ne data). "L'attribuzione del foglio a Bernardo Strozzi, fondata sull'antica scritta in basso (P. Genovese) e sostenuta dal Castellani Tarabini (pp.cit., 1854, n.292) non appare sostenibile alla luce di una analisi attenta dello stile e della tecnica a pennello, che non si ritrova nel catalogo dell'artista. Il foglio pare piuttosto riconducibile alla mano di Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 -1665). Non mancano infatti nella ricca produzione grafica della pittrice bolognese, figlia e allieva del meno noto Giovanni Andrea Sirani, a sua volta operoso nella bottega del Reni, esempi di disegni stesi con rapidi e sicuri tratti di pennello e acquerellati in vaste campiture, con una tecnica assolutamente originale. I numerosi disegni noti della pittrice confermano l'informazione trasmessa dal suo ammiratore, il canonico Carlo Cesare Malvasia circa l'abilità inventiva, la particolare tecnica adottata e la rapidità d'esecuzione nel disegnare della giovane pittrice: "Io posso ben dire per verità, essendomi trovato presente più volte, che venutole qualche commissione di quadro, presa ben presto la matita, e giù postone speditamente in duo segni su carta bianca il pensiero (era questo il suo solito modo di disegnare da gran maestro appunto, e da pochi praticata, ne meno dal Padre istesso, che non me ne lascirà mentire) intinto picciol pennello in acquerella d'inchiostro, ne faceva apparire ben presto la spiritosa invenzione, che si poteva dire senza segni disegnata, ombrata ed insieme lumeggiata tutto in un tempo" ('Felsina Pittrice', 1678, ed. 1841, II, p. 402). Malvasia riporta questo brano a proposito della vasta tela con il 'Battesimo di Cristo', firmato e datato 1568, destinata alla chiesa di San Girolamo della Certosa di Bologna di cui il presente foglio pare essere uno schizzo preparatorio. Dai libri dei conti della Certosa consultati da L. Crespi (1772) risulta che la pittrice si era impegnata il 28 febbraio dell'anno precedente a dare finito il quadrone entro il termine di due anni. Nel 'Battesimo' il risultato appare indubbiamente penalizzato dalle dimensioni, pressoché smisurate tanto che giova meglio leggerlo a pezzi, isolando una dopo l'altra le figure della folla variopinta e affaccendata. Al dipinto sono dedicati alcuni disegni a seppia, una tecnica che Elisabetta predilige e con la quale raggiunge esiti di grande freschezza. Il presente foglio può essere messo in relazione con uno schizzo conservato all'Albertina, Graphische Sammlung di Vienna (matita nera, acquerello bruno, inv. 2506). La posa del Cristo, con le mani incrociate al petto, la torsione del busto verso sinistra, rispetto alle gambe rivolte a destra, il volto piegato leggermente verso terra, è ripresa da quella dipinta nel 1585 da Annibale Carracci nel 'Battesimo', per la chiesa di San Gregorio a Bologna. Allieva del padre che le inculcò l'ammirazione per Guido Reni, esordì alla pittura giovanissima acquistando ben presto una grande fama, dovuta non solo all'eccezionalità della sua condizione di donna dedita a un mestiere ritenuto prerogativa maschile ma anche alle effettive qualità delle sue doti pittoriche. Le fu accanto insieme al padre anche il canonico Malvasia, che in lei vedeva rivivere il genio di Guido. Dopo alcuni dipinti per le chiese di Bologna e del contado affronta l'enorme impegno del quadrone alla Certosa (1658): ma è nella produzione di dipinti "da stanza" che diviene ben presto contesa dalla nobiltà bolognese". Il disegno è a pennellellate di inchiostro marrone, penna, tracce di matita nera. Sul cartone in basso etichetta 'Strozzi Bernardo d. il prete genovese'', più a destra etichetta rettangolare 1237. sul 'verso etichetta '262'. Anche se vi sono evidenti analogie con la maniera di Elisabetta Sirani, penso sia più ragionevole riportare il disegno ad un ambito emiliano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800437367
  • NUMERO D'INVENTARIO 1277
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul 'recto' - '97' - a matita - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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