campana da alambicco - manifattura parmense (sec. XVIII)
campana da alambicco
1700-1799
Cappello per alambicco in vetro grigio tendente al giallo soffiato a bocca: corpo costituito da mezza sfera munita di pomello per la presa; rostro, o beccuccio, cilindrico e rivolto verso il basso
- OGGETTO campana da alambicco
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MATERIA E TECNICA
vetro/ soffiatura
- AMBITO CULTURALE Manifattura Parmense
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Storica Spezieria di S. Giovanni Evangelista
- INDIRIZZO Borgo Pipa 1/A, Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La lunghezza del becco in questo tipo di oggetti dipendeva dalla maggiore o minore gravità della sostanza distillata. Il cappello in esame è privo del sottostante vaso cilindrico terminante con fondo semisferico, detto "orinale", dove era riscaldato il liquido da distillare. I testi di farmacopea illustrano varie tipologie di cappello, sostanzialmente identiche, nonostante la presenza di alcune varianti dovute alle diverse esigenze nella pratica della distillazione e di sublimazione. Il cappello conservato nella Farmacia di Parma è simile a quello indicato col numero 1 nella "Figura Prima" del testo di Antonio De Sgobbis, descritto come "Alembico col rostro longo, e con la bocca inferiore larga". Esistevano, come mostra la tavola, alcune varianti con e senza rostro, con bocca inferiore più stretta, con aperture per "ricevere canali serpentini", con "orefici superiori" o muniti di un "buco piccolo, per il quale può uscire la humidità soverchia". I cappelli erano poggiati direttamente sopra l'orinale o posti l'uno sull'altro, specie quelli muniti di "bocca inferiore ristretta". I vapori si condensavano nella parte concava per poi incanalarsi lungo il rostro, che entrava in un altro recipiente, generalmente una bottiglia o "bozza", in cui si raccoglieva il liquido di distillazione. Le bocce erano poggiate su di un panchetto o sospese mediante corde al becco o al pomello posto in cima al cappello. L'uso dell'alambicco, indispensabile alla pratica della distillazione, è attestato sin dal XIV sec., come documentano i reperti di scavo. Giovanni Stradano nel "Laboratorio di alchimia" (1570, Firenze, Palazzo Vecchio), Domenico Beccafumi nell'incisione raffigurante "La distillazione" (1520-25, Roma, Gabinetto nazionale delle Stampe) offrono puntuali immagini dello strumento. Esemplari simili sono conservati a Cà Rezzonico, al Museo dell'Arte Sanitaria di Roma, all'Istituto e Museo di Storia della Scienza a Firenze e in numerose farmacie dell'Italia centrosettentrionale, senza variazioni che modificano o laterino la struttura
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800428462
- NUMERO D'INVENTARIO 350
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Antica Spezieria di San Giovanni
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0