natività; annuncio ai pastori; Annunciazione; Santa Caterina d'Alessandria; San Francesco; Sant'Agostino; San sebastiano; profeti; Giudizio finale; Cristo giudice; San Michele Arcangelo; San Girolamo; San Bernardino da Siena; Madonna con Bambino
La cappella si presenta come una "mostra" architettonica aggettante. La parete di fondo, i lati interni dei pilastri e del sottarco, i pennacchi e la lunetta sono interamente occupati da una decorazione ad affresco che appare strettamente legata alla composizione architettonica. La lunetta raffigura la Natività, con sullo sfondo l'annuncio ai pastori. I pennacchi dell'arco presentano l'Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata. La faccia interna dei pilastri che reggono l'arco è decotrata con Santa Caterina D'alessandria e San Francesco, San Sebastiano e Sant'Agostino. Il sottarco è occupato da otto immagini a mezzo busto dei Profeti. La parete di fondo è occupata dal Giudizio Universale e dal Cristo giudice nella mandorla, con al fianco santi er personaggi dell'Antico testamento. Nella fascia mediana San Michele Arcangelo e due angeli. Nella parte bassa della parete due gruppi di risorti seminudi. La parte centrale è occupata da un finto dossale...(continua in "Osservazioni")
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Genesini Cristoforo Detto Cristoforo Canozzi Da Lendinara (notizie 1449-1488)
- LOCALIZZAZIONE Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fondata all'inizio del '300 da Bellincino Bellincini, la cappella venne dedicata a San Bernardino. Fra il 1472 e il 1476 fu data la forma attuale alla cappella. L'erezione e il decoro della cappella sembrano dovute alla committenza di Giovanni Rigoni in ottemperanza alle disposizioni testamentarie di Filippo Bellincini morto nel 1465. Lo spettacolare complesso rimase visibile per poco tempo. Nel 1526 la cappella venne ceduta alla Compagnia dell'Immacolata Concezione, che eresse un altare ligneo per la pala del Dosso Dossi, che nascose il Giudizio. Gli affreschi vennero scoperti solo nel 1822. Si dovette però aspettare la fine del secolo per ottenere la definitiva messa in luce dell'intero ciclo. Tra il 1898 e il 1899 le opere vennero restaurate da Venceslao Bigoni. L'intervento suscitò perplessità già ai suoi tempi: distacchi, reintegri e rifacimenti. Il restauro del Bigoni non risolse i problemi conservativi degli affreschi, sui quali presto si rilevarono sali e muffe. Altri restauri: 1917-1918 di Secondo Grandi; 1945 di Augusto Dallaglio; 1961, Renato Pasqui; 1989, Carlo Barbieri. Dopo un'iniziale riferimento a Francesco Bianchi Ferrari, il ciclo ha conosciuto diversi e contrastanti riferimenti: Agnolo e Bartolomeo degli Erri, Bartolomeo Bonascia e in fine Cristoforo da Lendinara, quest'ultima attribuzione oggi concordemente accolta
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800370232-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0