San Michele Arcangelo raccomanda alla Madonna la città di Bologna devastata dalla peste

pala d'altare, post 1630 - ante 1631

La Madonna tiene il Bambino tra le braccia, il quale protende la mano destra a sfiorare la testa dell'Arcangelo Michele, che, inginocchiato, con un largo gesto del braccio, indica il profilo della città di Bologna alla Madonna. In basso a sinistra alcuni monatti raccolgono il cadavere di un appestato

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Gessi Francesco (1588/ 1649): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è ricordata in loco fin dalle più antiche guide. E' Malvasia a informarci che il dipinto fu eseguito in occasione della peste che colpì Bologna nel 1630, elemento che fornisce il post-quem dell'opera. Un altro indizio tendente a confermare la datazione del dipinto intorno al 1631, si ricava dalla notizia fornitaci ancora da Malvasia, secondo la quale, la decorazione ad affresco sulle pareti e sulla volta della cappella maggiore, dove si trovava il dipinto, era opera del Dentone (Girolamo Curti), morto nel 1632: quest'ultimo fu aiutato nell'occasione da Tamburini e da Colonna, cui spettò la realizzazione di angeli raffigurati all'interno di uno sfondato architettonico. Questa decorazione ad affresco era già perduta intorno alla metà del Settecento, se è vero che se ne perde memoria a partire dalla guida del 1755. Del resto proprio un evento così tragico quale fu per la città e il contado di Bologna la peste del 1630, fu all'origine dell'importante commissione a Reni, maestro del Gessi, del famoso Palione della Peste, da parte del Senato che intendeva in questo modo fare atto di devozione e di ringraziamneto alla divinità per la cessazione del morbo. La peste generò anche un fenomeno di proliferazione di commissioni di opere di carattere religioso, offerte alla devozionalità dalle comunità parrocchiali della città e del contado, in segno di devozione e ringraziamento. Questo fenomeno toccò in modo particolare Gessi, cui spetta la realizzazione di diversi dipinti da mettere in relazione con la peste: il Sant'Antonio da Padova e il Bambino Gesù di Santa Maria delle Muratelle a Bologna, la Madonna del Rosario coi santi Domenico e Caterina, ricordata da Oretti presso il Collegio dei Poeti, opere che si possono mettere in contiguità cronologica con il dipinto dei Leprosetti. Quest'ultimo, pur essendo fortemente legato alla riproposizione dei modelli reniani, mostra una capacità di rielaborazione autonoma, tale da porre Gessi in posizione dialettica rispetto al rigoroso e adamantino classicismo del maestro, com'è sottolineato in diverso modo sia da Roli, che da Emiliani, che dalla Colombi Ferretti. All'interpretazione sempre filtrata da Reni che è capace di sublimare, attraverso una visione idealizzata, anche gli aspetti più crudi della realtà, Gessi sostituisce una visione più diretta e immediata del dramma umano, proponendo nell'immagine dei monatti che sollevano pesantemente i cadaveri degli appestati, una cruda drammatizzazione rispetto alla silente veduta di morte della città di Bologna, piegata sotto il flagello della peste, fornita da Reni nel palione destinato al Senato bolognese. Così pure più accostante e umano è il tono della Sacra Conversazione sovrastante la veduta della città nel quadro di Gessi che non si mostra disponibile, ancora, a fare concessioni alle gamme chiare e al luminismo freddo e adamantino inaugurato da Reni nel palione della Peste, ma persegue, in piena autonomia, una poetica cromatica fatta di impasti freschi e pastosi, di colori caldi dai toni bruciati, di un luminoso contrastato.Il forte sbattimento della luce che da vita ad accentuati contrasti chiaroscurali e l'andamento diagonale della composizione, legati al gusto teatrale della concezione barocca della pala d'altare, rimandando ad analoghe soluzioni, già tentate in precedenza da da Vouet (Apparizione della Vergine a san Bruno, Napoli, Sant'Agostino), Cortona (la Vergine e san Bernardo da Toledo, Ohio), Lanfranco (la Vergine e san Lorenzo, Quirinale; santa Teresa d'Avila, convento delle carmelitane), Sacchi (la Vergine e sant'isidoro, Roma sant'Isidoro)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800312292
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE S08 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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