Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena

dipinto, post 1590 - ante 1630

Nella tela è dipinta la figura della Madonna seduta su un trono, con il Bimbo in grembo incoronata da due angeli; ai suoi piedi sono inginocchiati in preghiera i Santi Domenico e Caterina da Siena, figure di devoti inginocchiati maschili e femminili sono intorno al trono della Madonna. Tutte le figure principali di questa tela hanno tra le mani le corone del Rosario: il Bimbo porge alla madre un fiore

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Magnanini Ascanio (notizie 1599-1602): pittore
    Magnanini Pellegrino (notizie 1599)
  • LOCALIZZAZIONE Fanano (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fa parte di un insieme di due tele distinte (vedi le tele di cui alla scheda con NCTN 00281692-A con i Misteri del Rosario che la circondano). La tela può essere verosimilmente avvicinata ed attribuita alla maniera di due pittori appenninici: Ascanio e Pellegrino Magnanini da Fanano, rispettivamente padre e figlio, che ebbero un'intensa produzione di pale d'altare in tutta la montagna modenese e bolognese. Erano maestri itineranti che dipinsero, nelle numerose chiese del Frignano, una ventina di tele con soggetti religiosi di carattere devozionale. L'attività di questi artisti può essere individuata in un torno di tempo che va dal 1599 (cfr. dipinto della parrocchiale di Montecreto, firmato da Ascanio Magnanini nel 1599) al 1630 ca. (cfr. A. Mazza, La Pittura in Emilia Romagna. Il Seicento, pp. 406-407 e A. Garuti, Il "Bel Panaro", pp. 130-131). Caratteristiche individuabili nella pittura dei due artisti possono essere il tono arcaizzante che si intreccia ad una notevole vena narrativa con l'analitica descrizione dei dettagli di derivazione quasi nordica. I pittori sono citati dal Pedrocchi nella sua Storia di Fanano, p. 302: "...ci ha dato questa famiglia di due pittori eccellenti: Ascanio e Pellegrino suo figlio, l'opere de' quali sparse in più chiese si ammirano dagli intendenti di quella professione, essendo ricche nell'invenzione, proprie negli atteggiamenti, postamenti e panneggiamenti e vivaci nel colorito...". Un analogo dipinto della Madonna del Rosario è situato nella vicina parrocchiale di S. Silvestro (cfr. scheda 88). Per Garuti (cfr. scheda n. 1, MOD. 35, 1970) è un'opera molto fine di pittore emiliano di formazione ferrarese come dimostrano i piccoli quadretti dei Misteri (vedi scheda con NCTN 00281692-A), in cui si notano derivazioni garofalesche nei paesaggi quasi fiabeschi ed irreali. Inoltre richiama schemi del maturo manierismo cinquecentesco specie modenese, come Ercole dell'Abate o il Setti. Questo dipinto proviene dalla Confraternita della B. V. del Rosario ed era situato dentro la bella ancona di pietra arenaria dell'altare maggiore. Il dipinto come detto si compone di due parti legate mediante cardini: il dipinto interno funziona da sportello; è infatti apribile per mostrare una nicchia contenente una statua (nella sua collocazione originaria). Forse in origine le tele erano unite
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800281692
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1999
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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