resurrezione di Cristo

dipinto, 1737 - 1737

Al centro, nella parte alta della composizione, Cristo sale al cielo, seminudo, drappeggiato di bianco-rosato, con il manto azzurro, impugnando una bandiera bianca svolazzante. Intorno Cherubini fra le nubi scure e grigie, rotte solo dalla luce giallastra molto splendente. In primo piano diversi soldati atterriti ad addormentati con le carni sbattute dalla luce e con panni bianchi, rosati, marroni e gialli; i soldati in secondo piano hanno le carni bruno-rossastre in ombra. A terra è un mazzo di carte da gioco. Il dipinto è privo di cornice

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Chiocchi Francesco (1704/ 1762)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "Giulio Ferrari"
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Pio
  • INDIRIZZO piazza dei Martiri, 68, Carpi (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti dell'Ospedale di San Rocco si apprende che nel 1737 i confratelli ordinavano al pittore Francesco Chiocchi, allora in Carpi, due quadri, uno raffigurante l'Adorazione dei pastori, l'altro la Resurrezione, da porsi entro cornici di stucco a lato della porta maggiore della chiesa di San Rocco (Libro partiti di S. Rocco, in Archivio Storico Comunale di Carpi/ Archivio Guaitoli, 123, fasc. 7, c. 8 e filza 9, fasc. 8, c. 21 ). Costarono 50 filippi l'uno. Restarono nella chiesa fino a quando non venne chiusa nel 1771. I dipinti vennero allora trasferiti in quella di S. Maria delle Grazie e da qui nel Museo (1939). Citati da Campori (1855) nella biografia dell'artista mantovano, furono riferiti ad anonimo del XVII secolo da Ragghianti (scheda storica 1940) essendosi persa nel tempo la memoria della loro origine e delle loro vicende. E' stato Garuti (in Mostra restauri 1978) a identificare ed attribuire correttamente le due tele. Il pittore risente della cultura bolognese post carraccesca, ma anche dell'ambiente veneto. Riferimento tipologico di questa composizione è l'opera di Giuseppe Maria Crespi al Raleigh North Carolina Museum of Art, rielaborata, però, in forma accademica e classicheggiante. In cattive condizioni conservative, il dipinto in esame è stato sottoposto a restauro nel 1975. L'intervento, che ha riscattato l'opera dall'abbandono, è consistito nella foderatura, nella sostituzione del telaio, nella pulitura e nell'integrazione a tono delle molte lacune sparse
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800233915
  • NUMERO D'INVENTARIO depositi, n. 21
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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