storie di Daniele e Abacuc
capitello,
post 1150 - ante 1199
Sul lato lungo frontale del capitello, è scolpita una figura di un viandante, Abacuc affiancato da un leone in primo piano. La figura del felino prosegue sull'angolo del capitello affacciandosi sul lato corto, fiancheggiando una figura maschile, Daniele, che abbraccia un altro leone al suo fianco. Sul corrispondente lato corto del capitello si distingue un angelo nimbato dalle grandi ali aperte. Sul lato lungo posteriore lo spazio è interamente occupato da un leone seguito da un animale mostruoso
- OGGETTO capitello
- AMBITO CULTURALE Manifattura Emiliana
- LOCALIZZAZIONE Castelnovo ne' Monti (RE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera proviene dalla chiesa di S. Vitale di Carpineti e probabilmente faceva parte di un ambone, insieme con altri frammenti ora conservati in Curia a Reggio Emilia, in Seminario a Marola e presso la parrocchiale di Pianzano (schede OA, 1974 n. 45-46); con questi il capitello in esame è databile intorno al 1170. A tale proposito, cfr. Venturi (1897 e 1904) che suppose provenire la scultura dalla chiesa matildica di S. Vitale a Carpineti dove avrebbe, associato ad altri, formato un ambone. Nominato da Greischel (1914) e associato ad altri capitelli da Ottaviano Quintavalle (1940). Nel considerare più organicamente il problema, De Francovich (1952) ipotizzò che alcuni di questi capitelli, incluso quello di Villaberza che appare scolpito per colonnine binate, potessero far parte del perduto altate maggiore; corrispondenze stilistiche con un capitello del Pontile di Modena hanno indotto la critica ad assegnere ad un medesimo scultore sia i capitelli modenesi che questo carpinetano. Mussini (1983) riassume la posizione critica di De Francovich, riproponendo il tema in termini rinnocati, alla luce di un censimento dei frammenti supertiti. Lo studioso ritiene che i tredici pezzi sopravvissuti, integrati ad altri perduti, venissero a costituire una recinzione presbiteriale nella chiesa di S. Vitale: una sorta di chiusura continua, che doveva essere simile ad un'iconostasi con annesso il pulpito. Ne deriva una stretta reciprocità tra i rilievi reggiani e il pontile modenese. Per Grandi (1984) e Masini (1990) è evidente una ripresa iconografica con esempi arlesiani di scultura romanica del medesimo soggetto. Per un riferimento bibliografico esaustivo, cfr. R. Grandi, I Campionesi a Modena, "Lanfranco e Wiligelmo" Modena 1985 pp. 545-570 e C. Masini, La Pieve di San Vitale a Carpineti, Bologna 1990 pp.127-129
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800199879
- ENTE SCHEDATORE S28 (L.145/92)
- DATA DI COMPILAZIONE 1979
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1997
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0