armadio da sacrestia, serie di Ferrari Donnino, Marchetti Ignazio, Poncet Michel (sec. XVIII)

armadio da sacrestia, 1793 - 1793

Due grandi credenzoni collocati sin dalle origini alle pareti laterali della sagrestia,destinati a contenere i paramenti e gli arredi liturgici della chiesa.Sono tuttora in uso e in condizioni piuttosto buone,a parte qualche lieve carenza nel fregio decorativo.A doppio corpo,con la base piuttosto avanzata,e l'alzata a sua volta suddivisa in due corpi di diversa altezza e profondità pure leggermente differente.Ognuno di questi corpi è a suavolta suddiviso in tre comparti a due sportelli(tre ad un solo sportello per il corpo mediano)dalle serrature piuttosto belle in ottone.In alto architrave in aggetto decorato da un doppio motivo geometrico ad intaglio,le paraste e le modanature dei vari scomparti sono sottolineate da fregi con foglie d'acanto,anfore,fiori,ecc. e capitelli di ordine corinzio.Davanti agli armadi stanno due pedane,dello stesso legno,dai bordi arrotondati

  • OGGETTO armadio da sacrestia
  • MISURE Profondità: 114
    Altezza: 380
    Larghezza: 545
  • ATTRIBUZIONI Ferrari Donnino (1748/ Post 1817): disegnatore
    Marchetti Ignazio (1715/ 1800): esecutore
    Poncet Michel (notizie 1752-1793)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Liborio
  • INDIRIZZO Via Roma, 12, Colorno (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione dei due grandi credenzoni al falegname Michel Poncet e ad Ignazio Marchetti si deve al Bertini e alle sue ricerche sul Fondo Computisteria Farnesiana e Borbonica dell'Archivio di Stato di Parma(1979,in bibliografia).Più precisamente,al Marchetti,intagliatore di corte,è da riferire l'apparato decorativo:il fregio,le candelabre,i capitelli ecc.Qualche incertezza invece per quanto riguarda l'attribuzione del progetto,del disegno dell'opera.Malgrado la tradizionale attribuzione degli arredi di S.Liborio al Petitot,le prove(ampiamente indagate dal Bertini,1979,in bibliografia)che documentano l'attività in S.Liborio dell'architetto parmense suo allievo Donnino Ferrari proprio intorno al 1790(cantorie del 1792,ancona del presbiterio del 1792,ecc.)sempre in collaborazione con i falegnami Poncet e Marchetti,possono far attendibilmente ritenere questo architetto l'autore del progetto.Ciò può essere confermato dalla linea e dal gusto decorativo che caratterizzano i due mobili, di un neoclassicismo "tranquillo",di risulta e più consueto rispetto aquello certamente più creativo e innovativo di Petitot.L'attribuzione delprogetto al Ferrari risulta accolta anche da Cirillo/ Godi,1983,in bibliografia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800152853
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 84/90)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1994
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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