scene di sacrificio e vasi

decorazione pittorica, 1821 - 1821

La prima parte del fregio, in chiaroscuro, propone la scena relativa all'adorazione del Fuoco Sacro. Si riconosce Mosè nel personaggio che alza le braccia al cielo. Ai lati si riconoscono, rispettivamente a sinistra e a destra, un profeta in veste verde e manto rosso e una sibilla in veste rossa e manto azzurro. La seconda parte del fregio propone invece la scena relativa all'Arca dell'Alleanza situata al centro. Attorno ad essa si raccolgono in atto adorante gli Ebrei. Sul lato sinistro il profeta in veste verde e manto rosso e sul lato destro una Sibilla in veste rossa e manto azzurro. Al di sopra di tali scene si riconoscono nelle lunette due vasi di chiara ispirazione neoclassica. Il primo vaso è dorato, su tre piedi a delfino e decorato da ghirlande di fiori, nello sfondo un drappo giallo. Il secondo vaso è bianco con ghirlande fiorite verdi e rosse, sullo sfondo un drappo porpora

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • ATTRIBUZIONI Balzari Claudio Salvatore (attribuito)
    Muzzi Domenico (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Capella Maggiore, esistente fin dalla primitiva "fabrica" dell'Istituto, è ricordata nei libri della Cronaca interna del medesimo. Da essi si apprende che essa subì gravi danni nel 1721, a causa di un terremoto, e che per il suo restauro nel periodo successivo si spesero L. 92.339 (Cronache dell'Istituto, Libro C). La decorazione, voluta dalla Principessa Maria Antonietta di Borbone ed eseguita a sue spese, venne ultimata nel 1821 (Cronache dell'Istituto, Libro C, p. 101), nello stesso anno viene posato anche l'altare in marmo. La tematica del paesaggio, rara negli ambienti destinati al culto, è qui giustificata dall'origine nobile delle religiose, quasi a voler ricreare sulle pareti la vastità e la bellezza della natura e della vita che scorre oltre le mura della cappella, rendendo così meno angusto lo spazio della preghiera. Per motivi stilistici, nonché per la perizia tecnica non comune, si possono attribuire gli affreschi a C. S. Balzari, caposcuola della pittura di paesaggio nell'Ottocento parmigiano. Colornese di nascita da genitori di origine svizzera, le sue opere si trovano per lo più in collezioni private. Le caratteristiche della sua pittura fatta di paesaggi in parte d'invenzione, in parte ispirati ai dintorni di Parma o alla Svizzera, sono pervasi da "limpida arcadica purezza, con cieli di un azzurro terso, con piante in primo piano analizzate con preziosità fiamminga" (G. Allegri Tassoni, Pittori colornesi dell800, in Colorno, la Versailles dei Duchi di Parma, 1969 p. 157). Realizzò anche prspettive e scenografie a tempera per la decorazione di cortili e palazzi (Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, Parma 1999, p. 247). Da notare come decorazioni di soggetto analogo e di fattura molto simile si trovino nel refettoriodelle Educande di poco posteriore (post 1826). Carattere più consueto ha invece la fascia superiore con scene di sacrificio che trova riscontro preciso nel fregio sottostante la volta della chiesa di S. Liborio a colorno, affrescato da Domenico Muzzi. Non si esclude che un artista del suo ambito abbia avuto la commissione degli affreschi dalle madri Orsoline e che abbia utilizzato disegni dell'artista. Dunque nella decorazione delle pareti si succedettero due diversi artisti: il Balzari e un secondo artista dell'ambito del Muzzi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800151619
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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