Evangelisti, Profeti e Santi

ciborio 1486 - 1486
Maffioli Alberto (notizie Ultimo Quarto Sec. Xv)
notizie ultimo quarto sec. XV

Ciborio in marmo con parti dorate diviso orizzontalmente in cinque registri costellati da nicchie abitate da immagini di Santi, Evangelisti e Profeti. Partendo da sinistra, in vertcale dal basso: Agnello Mistico, Leone alato sombolo dell'Evangelista Marco; al di sopra partono tre ordini di nicchie sostenute da lesene ornate da finissime candelabre e preziosi capitelli che terminano in una complessa trabeazione con varir modanature intagliate. La prima nicchia custodisce la statua di S. Pietro; la seconda quella di S. Giovanni Battista e la terza quella del Profeta Abramo. A destra in verticale dal basso: Agnello, sopra il Bue alato simbolo di S. Luca; poi tre ordini di nicchie: la prima con il Profeta Davide (statua trafugata nel marzo 1979); la seconda con S. Paolo e la terza con S. Ilario. Nella parte centrale, all'interno di un arco diviso in tre fasce, si evidenziano a bassorilievo altri riquadri: nel primo in basso a sinistra l'Aquila alata simbolo di S. Giovanni Evangelista; accanto l'Ecce Homo con alla spalle la croce e, nello spazio seguente, l'Angelo simbolo dell'Evangelista Matteo; nella fascia superiore è collocato il Tabernacolo del "Venerabile", ai cui lati, uno per parte, sono scolpiti due angeli genuflessi (la descrizione continua nelle "Osservazioni")

  • OGGETTO ciborio
  • MATERIA E TECNICA legno, intaglio
    marmo/ doratura/ intaglio/ scultura
  • MISURE Altezza: 650
    Larghezza: 325
  • ATTRIBUZIONI Maffioli Alberto (notizie Ultimo Quarto Sec. Xv)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE visti di profilo e tre volti di cherubini intorno, mentre nei triangoli (esterni all'arco) due teste di profilo simili a ritratti. Chiude il tutto una grande nicchia centrale con le statue di Cristo col vessillo della Resurrezione nella mano sinistra ed altre due nicchie ad essa laterali più piccole a bassorilievo con le immagini della Vergine (a sinistra) e di S. Giovanni Evangelista (a destra). Sopra il timpano svettante della nicchia contenente il Cristo, due statue abbracciate di putti che lasciano cadere ai lati due festoni: uno di grappoli d'uva, l'altro di spighe di frumento. E' il Bertoluzzi a dedicare più attenzione al Ciborio di Alberto Maffioli: pur non ricordando il nome del suo esecutore, il cronista si dilunga in una meticolosa e non sempre precisa (sbaglia nell'associare il simbolo del Bue alato a S. Matteo e quello dell'Angelo a S. Luca, 1830, p. 76; errore anche per quanto riguarda la disposizione esatta delle statue nelle nicchie sul lati sinistro, p. 74) descrizione dlel'oggetto, vantandosi di essere forse il primo a farne parola (p. 77). L'opera, in marmo bianco, scolpita e dorata, "ricca di statuette, bassorilievi e ornamenti delicati" (Testi 1934, p. 102), contornata dallo "sgarbato" baldacchino settecentesco di Bernardo Gherardi (v. scheda n. 638), rientra sicuramente nella produzione fortemente influenzata dalla corrente lombarda del toscano Alberto Maffioli (a torto definito seguace dei Mantegazza, di cui nel 1489 ne rilevò la bottega, in A. Venturi, Storia dell'arte..., VI, 1908, p. 866; cfr. F. Negri Arnoldi, La scultura del Quattrocento, Torino 1994, pp. 242-243). Oltre ad un veloce accenno ad un Alberto da Carrara esistente nell'Archivio Capitolare del duomo (riportato anche in Testi 1934, p.102), fu Luca Waddingo a fare per primo il nome di "Albertus insignis architectus", esecutore nel 1488 del parapetto dell'organo nel battistero (cit. sempre in Testi 1934, p. 102; ma vedi anche G. Zanichelli, L'Organo del '400 in battistero, in "Gazzetta di Parma", 20 giugno 1993). Di Alberto Maffioli (Scarabelli Zunti E., Documenti e memorie..., II), scultore ed architetto attivo nell'Italia settentrionale fino ai primi anni del XVI secolo, si sa che, dopo aver lasciato la natia Carrara, si trasferì qui a Parma proprio per eseguire nel 1486 il Ciborio della cattedrale (in F.Negri Arnoldi 1994, p. 295; in U.Thieme - F.Becker, 1929, XXIII, p. 551, ad vocem, l'opera era invece datata 1491). L'Allodi (1854-1856, I, p. 144), deducendo la notizia forse dal Merli (A. Merli, Vita del B. Bernardino da Feltre, Pavia 1818), afferma che tra le statue che ornano il Ciborio c'è anche quella di Bernardino da Feltre, documentato a Parma negli anni 1485-1486 ed in seguito alla cui predicazione si dovrebbe associare la commissione dell'opera in marmo. Nessuna però delle figure scolpite entro le nicchie ha i tratti dell'umile Bernardino (neppure quella trafugata nel marzo 1979, il "Profeta Davide"), che di sicuro non avrebbe assolutamente gradito di "essere messo in compagnia dei simboli evangelici, di patriarchi e santi" (Testi 1934, nota 38). Si consiglia di consultare anche G.Zanichelli, Strutture della produzione..., in "Quaderni di storia dell'arte", II, 1994, p. 62 (la studiosa fa un breve accenno al ciborio del duomo sottolineando il fatto che resta ancora da indagare l'esatta portata del restauro settecentesco, rimandando ai documenti pubblicati a riguardo da G. Guarisco, Il Duomo di Parma: materiali per un'altra storia, Firenze 1992, p. 62) e L. Migliaccio, Carrara e Spagna nella scultura del primo Cinquecento, in Le vie del marmo: aspetti della produzione e delle diffusione dei manufatti marmorei tra'400 e '500, catalogo mostra, Pisa 1992, pp. 101-133)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142576
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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