Apparizione di S. Agnese alla sua famiglia. Sant'Agnese appare ai suoi congiunti in preghiera sulla sua tomba

dipinto,

La composizione presenta una netta distinzione fra la zona bassa, caratterizzata da un andamento orizzontale e da una parte alta che si sviluppa in verticale. In primo piano i famigliari di S.Agnese, sbigottiti e quasi schiacciati dall'apparizione ascensionale della fanciulla contornata da una folla di sante. Alla sinistra, con un braccio proteso e l'altro stretto alla ruota, compare S.Caterina; dietro di lei la figura monacale di S.Barbara con il meno consueto attributo della piuma di pavone ed ancora alle sue spalle, di profilo, S.Apollonia con la tenaglia ed il dente. Nella parte destra sono raffigurate S.Lucia, che mostra il vassoio con gli occhi e S.Agata di profilo con la verga ed un gorgo di sangue che le corre lungo il seno, colta nell'atto di rivolgersi ad una santa incoronata, che ha tra le mani un libro, probabilmente S.Orsola, accompagnata dalle vergini martirizzate insieme a lei

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Anselmi Michelangelo Detto Michelangelo Da Lucca (1491/ 1556)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola fu commissionata al pittore dalla Congregazione di S.Agnese Vergine che dal 17 gennaio 1507 (Visitatio...., p. 37) aveva il giuspatronato della cappella. L' 8 novembre 1527 il notaio Bernardo Cocconi stilava, infatti, un atto in cui "per intera soddisfatione" l' Anselmi era pagato 9 scudi d'oro per aver ultimato il quadro con l' "Apparizione di S.Agnese alla sua famiglia" (ASPr, fondo Notai di Parma, Bernardo Cocconi filza 1198 1523-28, 8 novembre 1527).Pur non avendo subito particolari traversie il dipinto fu spostato dalla sua sede quando nel '700 venne rifatto l'altare: come ricorda il Borra, il 3 dicembre 1716, esso fu restaurato e riposto sul nuovo altare. Nel 1796 l' Affò (in Artisti Parmigiani, ms. 1599, c. 12r.; presso Biblioteca Palatina di Parma) affermava che il quadro era stato eseguito nel 1526 eppure pareva essere stato dipinto ieri, non ricordando la precedente ripulitura. Il Testi, successivamente, (1934, pp. 125-126) non escludeva la possibilità che la tavola fosse stata di nuovo rimossa nel luglio 1729, durante i lavori di completamento della Cappella degli Innocenti, lavori finanziati interamente da Don Carlo Panizzi parmigiano, Consorziale della Cattedrale. L'opera, affollata di figure poste su piani ravvicinati, manifesta la tendenza della scuola manierista ad occupare tutto lo spazio dei dipinti attraverso la costruzione di composizioni verticali che spesso ne annullano la profondità. L' Anselmi appare qui debitore della tradizione raffaellesca già filtrata dalla leggerezza cromatica del Correggio: la sua tavolozza, infatti, fortemente intrisa di luci preziose si potrebbe definire "impressionistica". La sapienza luministica e tonale del lucchese riesce così a movimentare la quasi totale somiglianza tipologica dei suoi volti femminili, dall'ovale pieno ed allungato, dagli occhi grandi ed asimmetrici e sempre come contornati da un'impalpabile rugiada. La deliziosa e personalissima composizione dell'Anselmi, artista tramite della cultura centroitaliana a Parma, trova così punti di contatto con la delicata maniera del parmense Francesco Maria Rondani, con cui l' Anselmi si troverà a lavorare nell' Oratorio della Concezione presso S.Francesco del Prato a Parma (1532-1535). Il quadro è attualmente (novembre 2004) in Galleria Nazionale, nella Rocchetta in attesa di essere ricollocato nella sua sede originaria ancora in restauro
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800134607
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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