Cristo morto
nicchia
1400 - 1424
Piccola nicchia ogivale con cornice in cotto decorata da fregi tipicamente gotici. Nel suo interno è visibile la raffigurazione del Cristo quasi esanime, posto nel sepolcro, con il volto reclinato sulla spalla destra, corona di spine, aureola ripartita da una rossa croce greca e corpo costellato da regolari tagli e ferite diagonali, a ricordare l'avvenuta flagellazione. Accanto al suo busto, appesi ad un supporto di legno, i principali strumenti della passione: le funi, la lancia, la spugna, i chiodi. Nella cimasa l'immagine del pellicano, tipico simbolo dell'estremo sacrificio del Cristo, che si squarcia il petto per nutrire i suoi piccoli
- OGGETTO nicchia
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
terracotta/ modellatura/ pittura
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MISURE
Altezza: 245
Lunghezza: 191
- AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante i lavori di restauro della cappella Valeri, il 29 agosto 1839, Vito Giuseppe Martini, Gaetano Negri ed Enrico Scarabelli, si ritrovarono a discutere riguardo ad una piccola porta "murata nel luogo di una nicchia, creduta ornamento sepolcrale o altra preziosa memoria della illustre famiglia" (Scarabelli, Santuario dei Valeri..., in G.Negri, Il Parmigiano istruito..., 1840, p. 82). Si provvide all'immediata demolizione della parete ad opera dello stesso Martini, operazione questa che permise di recuperare sotto "quel rozzo muro, una elegante nicchia dell'edificio", la cui cornice però presentava diverse lacune, successivamente integrate (Scarabelli, op. cit., p. 82). L'ipotesi formulata da Scarabelli fu quella che la piccola edicola gotica, che nella metà del piano superiore presenta un foro, probabile "ricettacolo delle abluzioni del sacredote" (Scarabelli , op. cit., p. 28), potesse essere ciò che rimaneva dei un altare un tempo "tutto di marmi in getto" (Scarabelli, op. cit., p. 82) ), fatto realizzare da Cristoforo Valeri quale monumento funebre per sé e per i suoi cari. La pietosa immagine del Cristo che fuoriesce dal sepolcro "alquanto inferiore perciò ch econcerne l'arte" (Scarabelli, op. cit., p. 82), con il corpo flagellato da crude pennelate che suggeriscono piaghe e fiotti di sangue, era simbolo assai usato nell'iconografia funebre quattrocentesca (sempre Scarabelli segnalava a tal proposito il simile monumento sepolcrale di certo Gherardino di Santo Vitali posto nel piccolo chiostro dell'antichissima Abbazia di S. Basilide di Cavana, in Santuario..., op. cit., p. 85) e non solo se, qualche tempo dopo, nel 1507, nel primo Rinascimento, il protonotario apostolico Bartolomeo Montini incaricava il pittore Cristofro Caselli di realizzare, per la sua magnifica tomba in cattedrale, un ovato con la figura di Gesù morente (si veda scheda n. 665). In anni recenti (Zanichelli 1994) si è accennato al problema del rapporto fra l'inetro ciclo dell Cappella Valeri (v. scheda n. 83) e questa "imago pietatis" dipinta, secondo la studiosa, dalla stessa bottega di Bartolino de' Grossi.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800134556
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ISCRIZIONI in basso - OTU. CHI. VO. ALCU. COFORTO. DEL. PEN. CHE. PORTO. GUARDA. FIXO. COMO E FUE P. TE. CRUCIFIXO. E NO. P ME. DEFETO. STO. QUA. MORTO - caratteri gotici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0