Miracolo di San Fiorenzo

dipinto, ca 1492 - ca 1493

La scena raffigura San Fiorenzo in preghiera sulla sinistra e astanti sullo sfondo di un edificio a destra; manca la parte centrale dell'affresco con la rappresentazione del miracolo: la collocazione privilegiata suggerisce che la parte perduta fosse dedicata al miracolo fiorenzuolano, con la raffigurazione della figlioletta del feudatario locale richiamata in vita dalle preghiere del pellegrino francese (Longeri p.36)

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piacentino-lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A Ghidiglia Quintavalle (1969, p.39) propone come termine di paragone per la tipologia fisionomica dei personaggi che animano questi quattro riquadri gli astanti alla "Canonizzazione di Sant'Agostino", uno degli affreschi dipinti da Giovan Pietro di Cemmo nell'ex biblioteca del Convento di S. Barnaba a Brescia e che, secondo la Ferrari (1956, p. 71) proprio per l'attenzione ritrattistica sembrano suggeriti da un Mantegna verso il '70, anche se sono del 1486. Un altro momento del da Cemmo vicino, secondo la Quintavalle a queste storie di S. Fiorenzo è quello rappresentato dall'Assunzione della chiesa di S. Maria Assunta ad Esine, datata 1493; ma la studiosa rintraccia analogie ancora più evidenti tra i nostri affreschi e quelli di un seguace di Giovan Pietro, raffiguranti i "Fatti della vita di Cristo" nella chiesa dell'Annunciata di Borno che, secondo la Ferrari (1956, p.144), sono da collocare almeno nel primo quarto del Cinquecento, in quanto sembrano "opera di un ritardatario che agisce su moduli di un certo manierismo cemmesco". devoti nelle lunette superiori. Mentre la studiosa propendeva quindi a considerare il ciclo di Fiorenzuola eseguito in due tempi, nel 1493 gli affreschi dei ranghi superiori (compresi quelli frammentari) e qualche anno dopoquesti "Miracoli di S. Fiorenzo" e le "Storie della Vergine" della navata destra, più recentemente la critica ha preferito considerarli esito di un'unica campagna esecutiva e maestranza: C. Longeri (1997) sottolinea la compresenza di un retaggio tardogotico (il rincorrersi dei manti, la presentazione frontale dei santi e la resa miniaturistica dei particolari) e stilemi rinascimentali (la salda volumetria cui aspirano alcuni personaggi, le curiose architetture, l'inserimento di personaggi vestiti alla moderna, le figure dei committenti indagati con attenzione ritrattistica) in un linguaggio padano che pare riconducibile ad un maestro "locale, con una pratica artigianale avviata nella periferia meridionale del Ducato" milanese, pittore ignoto allo stato attuale della ricerca, ma attivo in zona anche a Gossolengo, con affreschi nella Cappella del castello. Anche P. Ceschi Lavagetto (1997) riconosce nei dipinti di Fiorenzuola l'impronta di un'unica personalità, presumibilmente formatasi in loco, nonostante sia possibile rilevare in essi alcune diversità di intonazione legate alla presenza di aiuti.In questo registro inferiore è tributato un omaggio al patrono attraverso quattro episodi del suo pellegrinaggio a Roma intrapreso dalla nativa Tours: la sosta a Grenoble e il miracolo del bambino muto; il valico del Moncenisio; la sosta a Fiorenzuola; l'arrivo a Roma. Il contenuto iconografico si conforma alla narrazione dell' "Officium Sancti Florentii" codice commissionato dall'Arciprete Antonio Ricci nel 1487, scritto e miniato da Laura de Bossis, suora del monastero pavese di S. Maria di Josaphat; non si può escludere una diretta influenza delle miniature del codice (purtroppo oggi quasi completamente asportate) sulle raffigurazioni degli affreschi: una delle poche miniature conservate mostra S. Fiorenzo a cavallo, anziano e in abiti vescovili a ricordo della sua tarda attività pastorale svolta in Francia ad Orange ed il frescante del ciclo, con evidente errore temporale, ripropone tale immagine, divenuta evidentemente acnonica, anche in questi episodi relativi alla giovinezza del santo, quando ancora egli non era stato insignito della dignità vescovile (cfr Longeri p.36). Come nelle scene relative ai miracoli nel registro superiore, la narrazione seplice e lo stile corsivo denotano un evidente intento didascalico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800112996-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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