San Fiorenzo viene invocato da due sofferenti nel 1440

dipinto, ca 1492 - ca 1493

I due miracoli, sotto forma di apparizioni, si svolgono all'esteno e all'interno della medesima architettura strutturata in sezione secondo moduli molto arcaici. Ai piedi dei soldati addormentati a destra un medaglione con scorpione

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piacentino-lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A. Ghidiglia Quintavalle (1969, pp.37-38) definisce le quattro scene laterali alla Crocifissione "più vive ed interessanti" rispetto ad essa ed assimila la resa realistica dei personaggi che le anima alla vivacità dei devoti nelle lunette superiori. Mentre la studiosa propendeva a considerare il ciclo eseguito in due tempi, nel 1493 gli affreschi dei ranghi superiori (compresi quelli frammentari) e qualche anno dopo i "Miracoli di S. Fiorenzo" e le "Storie della Vergine", più recentemente la critica ha preferito considerarli esito di un'unica campagna esecutiva e maestranza: C. Longeri (1997) sottolinea la compresenza di un retaggio tardogotico (il rincorrersi dei manti, la presentazione frontale dei santi e la resa miniaturistica dei particolari) e stilemi rinascimentali (la salda volumetria cui aspirano alcuni personaggi, le curiose architetture, l'inserimento di personaggi vestiti alla moderna, le figure dei committenti indagati con attenzione ritrattistica) in un linguaggio padano che pare riconducibile ad un maestro "locale, con una pratica artigianale avviata nella periferia meridionale del Ducato" milanese, pittore ignoto allo stato attuale della ricerca, ma attivo in zona anche a Gossolengo, con affreschi nella Cappella del castello. Anche P. Ceschi Lavagetto (1997) riconosce nei dipinti di Fiorenzuola l'impronta di un'unica personalità, presumibilmente formatasi in loco, nonostante sia possibile rilevare in essi alcune diversità di intonazione legate alla presenza di aiuti.Il ricorrere delle iscrizioni in questi miracoli del santo, come del resto anche nelle scene votive del registro superiore, evidenzia il carattere didascalico delle raffigurazioni: come afferma C. Longeri (p.36), la narrazione semplice e lo stile corsivo costituiscono un efficace strumento per ricordare ai fedeli le virtù taumaturgiche del patrono; quando la vicenda sembra offrire qualche difficoltà interpretativa una didascalia esplica il racconto figurato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800112995
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • ISCRIZIONI al di sotto della scena - illeggibile - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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