Madonna del Rosario fra i SS. Domenico, Caterina da Siena, Lucio, Amanzio e i donatori
dipinto,
1590 - ca 1600
Tinti Giovan Battista (1558/ 1604)
1558/ 1604
La scena è figurata secondo la comune iconografia; la Vergine siede su un trono di nubi sorreggendo e abbracciando il Bambino, mentre angeli che tendono il Rosario gettano fiori ai Santi Domenico (a sinistra, guardando) e a Caterina (a destra) genuflessi in basso. Dietro si intravedono oranti. San Domenico, in atto di adorazione, con la mano destra offre un rosario alla Madonna e nell'altra tiene uno stelo con tre gigli; Santa Caterina con le mani accostate al petto stringe uno stelo di fiori di giglio ed è coronata di spine. La tela è contenuta entro l'ancona schedata al n. 00112076
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Tinti Giovan Battista (1558/ 1604)
- LOCALIZZAZIONE Corniglio (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, copiata da due pale del Malosso a Cremona (ma si veda anche la "Madonna del Rosario" dello stesso Malosso, datata 1588, conservata nella cappella del Santo Rosario, Basilica Romana Minore di S. Lorenzo in Verolanuova, Brescia), è attribuita al parmense G. B. Tinti da una nota riportata in un registro dell'Archivio parrocchiale, e trova conferma nello stile della pittura "di un correggismo accaldato e accentuato nei rossi, caratteristico del periodo giovanile del pittore, anteriore cioè all'influenza bolognese-fiamminga del Calvaert, di cui il Tinti ricalca il cangiatismo" (A.Ghidiglia Quintavalle, 1957, p.9). Si sottolinea la notevole ricerca di carattere nei personaggi ritratti, resi tuttavia con umana dolcezza e modi ancora una volta debitori della "svagatezza" del Correggio. Il quadro, ignorato anche dall'Inventario della Provincia di Parma del 1934, è senza dubbio una delle opere più riuscite del Tinti, e la Vergine presenta non poche affinità con il dipinto raffigurante la "Madonna col Bambino e i SS. Cosma e Damiano in atto di operare un giovane" proveniente dalla Cattedrale di Parma (distrutto oratorio dei SS. Cosma e Damiano) e dal 1948 presso la Galleria Nazionale di Parma (inv. s.n. Galleria Nazionale di Parma, Il Cinquecento, p.192, scheda 349). I modi del Tinti sono riconoscibili anche confrontando la parte alta del dipinto con la "Vergine col Bambino" nella pala del convento di Fontanellato (G.B.Tinti, "La processione di San Gregorio Magno", Fontanellato, Parma, Chiesa di Santa Croce, sacrestia). Sono inoltre presenti caratteri di derivazione bolognese, e in particolare dalla lezione manieristica del Sammachini. Le prime rappresentazioni della Madonna del Santo Rosario iniziano dalla fine del secolo XV. Esse rappresentano la Madonna in piedi (raramente seduta), col Bambino nelle Sue mani, che sta sulla mezzaluna, e dalla quale sorgono i raggi dorati (visione apocalittica di una dona vestita di sole, Ap. 12, 1, circondata da una corona di rose). Nel sec. XVI nasce una nuova iconografia dove la Madonna, (più spesso) sedendo, distribuisce il Rosario sola (o lo distribuisce il Bambino) a San Domenico caduto in ginocchio, o agli altri santi dell'Ordine domenicano (o invece ai fedeli), e il fondo della figura della Madonna e' rilegato dai medaglioni nei quali si vedono le rappresentazioni dei misteri del Rosario. Il dipinto è stato restaurato a Modena nel 1958. Secondo la tradizione che sosteneva l'Ordine dei predicatori, la devozione del Santo Rosario e' iniziata dal fondatore dell' Ordine, San Domenico, nel XIII secolo, nel tempo delle lotte contro gli eretici albigesi. Cominciando dall'inizio del secolo XVII la devozione del Santo Rosario si trova nelle mani dei Domenicani. Essi le danno la direzione e influenzano l'iconografia di questo tema. Sempre secondo la Quintavalle (1957, pp.9-10) si tratta molto probabilmente del quadro destinato alla bella ancona (dunque coeva) in legno scolpito e dorato tuttora in Chiesa (vd. scheda n. 00112076).Il restauro, segnalato come necessario da A.Ghidiglia Quintavalle, è stato eseguito in epoca posteriore al 1957 (Dall'Olio E. lo dice eseguito a Modena nel 1958, "riacquistando la sua primiera luce e vivacità; cfr., ed. 1960, p.66), ma alterando l'originale cromatismo e accentuando troppo il contrasto tra la zona superiore ed inferiore del dipinto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800112077
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1976
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0