altare maggiore, 1740-1741

Elevato su tre gradini e a schema planimetrico moderatamente curvilineo, l'altare presenta alzata a due gradi in marmo nero con godronature in giallo veronese; sempre in marmo nero è il tabernacolo, a coronamento centinato e volute laterali arricchite da cherubi in bronzo dorato, con sportello in rame dorato raffigurante il pellicano e cherubi. Mensa in rosso veronese sorretta da due eleganti mensole nere a volute, decorate superiormente da foglie d'acanto gialle e arricchite lateralmente da due stemmi della Famiglia Salomoni in bianco di Carrara; al di sotto è l'urna per le reliquie di S. Fiorenzo , di forma svasata in marmo nero su alto piedistallo in rosso di Verona, decorata anteriormente da cartouche marmorea. Ali definite ai lati da grandi mensole a voluta, recanti frontalmente due specchiature policrome mistilinee e due mensole uguali a quelle della mensa. Sul retro è uno sportello in lamina di rame, sbalzato con l'immagine di S. Fiorenzo, comunicante con l'urna reliquiario

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • ATTRIBUZIONI Panini Giovanni Paolo (1691/ 1765): disegnatore
    Bignetti Giovanni Maria (notizie 1741): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE E. Ottolenghi (1903) per primo mise in luce come la costruzione dell'altare maggiore nel 1740 sia stata voluta e sovvenzionata dal canonico Pier Francesco Salomoni e, pur non rendendo conto della fonte documentaria, identificò l'autore del suo disegno in Gian Paolo Panini, pittore piacentino attivo in quell'epoca a Roma; questa proposta attributiva, condivisa da Labò, Pancotti, Pettorelli, é stata poi accolta da Arisi (1961) che l'ha estesa propositivamente ai disegni della parure di argenti realizzati dall'orafo piacentino Spinazzi, anch'esso attivo a Roma, sempre su commissione del Salomoni; lo studioso sostiene inoltre che a tali commissione romane (cui si aggiunge quella del quadro di Benefial) non dovette essere estraneo il Cardinale Giulio Alberoni, spesso presente a Fiorenzuola per legami di parentela e amicizia rispettivamente con le famiglie Faroldi e Bertamini: va ricordato che egli si avvalse dell'opera del Panini nel 1725 per il suo palazzo romano e fu in contattto pure con lo Spinazzi. Più recentemente C. Longeri (1992) è riuscita a rintracciare presso l'archivio parrocchiale il contratto per l'esecuzione dell'altare che, oltre a confermare la realizzazione del disegno da parte del Panini, ne identifica l'esecutore nell'architetto milanese Giovanni Maria Bignetti: in data 10 gennaio 1741 questi si impegnava a realizzare l'opera entro il mese di settembre per un compenso di sedicimila lire, facendosi carico dei marmi e del loro trasporto, nel rispetto del disegno del Panini, che si dice già a Piacenza e quindi anticipabile come esecuzione al 1740. Il Bignetti ottemperò appieno i termini contrattuli, anche per quanto riguarda l'uso dei marmi minuziosamente elencati nel documento, ricevendo il saldo il 21 settembre dello stesso anno. La preziosità dei marmi, che danno vita ad un'armoniosa alternanza coloristica, l'eleganza delle linee e la misurata distribuzione delle ornamentazioni, come pure il gusto marcatamente archeologico dell'urna reliquiario al di sotto della mensa, si legano in primo luogo alla progettazione del Panini, che secondo Arisi (1969) con una brillante soluzione (sobrietà di disegno e puntuale scelta di colori) riesce a conferire all'opera un notevole valore architettonico; comunque di buona qualità anche la realizzazione.L'altare venne smontato al momento della costruzione della sottostante cripta nel 1842 e quindi successivamente ricomposto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800103699
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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