ritratto di donna cieca
dipinto,
1575 - 1599
Carracci Annibale (attribuito)
1560/ 1609
Dipinto ad olio su carta incollata su tela. La donna, di età avanzata, è ritratta senza ufficialità, con gli occhi chiusi. Non c'è ambientazione. Il carattere di studio del ritratto è evidente anche per la presenza di un abbozzo accanto al volto, con un occhio aperto
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
carta/ telatura/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Carracci Annibale (attribuito): ESECUZIONE
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Fondazione Carisbo
- LOCALIZZAZIONE Sede della Fondazione Carisbo
- INDIRIZZO via Farini, 15 - Bologna (BO), Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu in collezione Paleotti e poi di proprietà di Pier Francesco Savelli, il quale lo vendette nel 1997 a Giuseppe Gazzoni Frascara. Ignoto alla letteratura antica sui Carracci, provengono dalla bolognese collezione Paleotti, i discendenti del vescovo Gabriele Paleotti, che fu una delle figure più significative a Bologna nel secondo Cinquecento proprio in ordine ai rapporti tra la precettistica della chiesa dopo il Concilio di Trento e le immagini dipinte. Questo ritratto fa serie con altri cinque, di uguale soggetto, uguali misure e anche uguale tecnica: olio su carta applicata su tela. Una tecnica di origine veneta, usata dal Tintoretto e ignota a Bologna prima di questo episodio. Ma le particolarità di questo ritratto non si fermano qui. Non trova confronto il soggetto, che è in tutti un volto con gli occhi chiusi. Non senza qualche incertezza, si è data da spiegazione di tutto ciò come se i soggetti ritrattati fossero persone cieche. Ma, stando così le cose, si è dovuto indagare anche su quale potesse essere la destinazione di questi dipinti. Il dipinto qui schedato è stato esposto a New York nel marzo-aprile 1987 e successivamente illustrato in un convegno a Washington da Anna Ottani Cavina. E' stato concordemente riferito ad Annibale Carracci e datato o nei primi anni ottanta (Riccomini) o nel decennio successivo della sua attività (Ottani Cavina). La componente cultura in senso anche veneto rimane indubbia. La connessione del Paleotti con la pittura dei Carracci è uno degli argomenti della storia dell'arte bolognese e l'appartenenza storica dei ritratti alla collezione dei discendenti del Cardinale fornisce da sola un'indicazione in senso carraccesco, peraltro confermata in pieno dai dati di stile. Ma fornisce anche materia per ipotizzare una pertinenza dell'intera serie alla Confraternita dei ciechi (sull'attività del Paleotti come patrocinatore di confraternite e su quanto si conosce dei suoi rapporti con questa si rimanda a Ottani Cavina 1987). In definitiva si tratta di un contributo importante non solo al catalogo di Annibale, ma all'intero momento della sua attività bolognese, prima che si trasferisse a Roma. Nonostante il soggetto rimanga per alcuni aspetti intrigante, e nonostante il restauro abbia messo in evidenza sullo sfondo di uno dei due ritratti un particolare che sa di stadio preparatorio, che raffigura un occhio aperto, colpisce il fatto che l'avversione dichiarata del Paleotti per il ritratto ufficiale si incontri così bene con il tono di obbiettivo e distaccato realismo di queste immagini
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800036541
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
Albonico
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0