paramento liturgico, ca 1650 - ca 1699

Fondo in taffetas prodotto da un ordito e una trama in seta avorio. Disegno a ricamo: motivi in oro filato e oro riccio ricamati a punto steso; motivi in sete policrome (di colore rosso, verde, azzurro, giallo, viola) ricamati a punto raso; motivi in rilievo in oro filato ricamati a punto pieno. La pianeta presenta una composizione simmetrica a tralci sinuosi dorati da cui si dipartono rami verdi con fiori policromi; tra i tralci uccellini colorati. Nello stolone centrale, delimitato da un gallone dorato ricamato, gli stessi motivi si dispongono a candelabra. Nella parte anteriore della pianeta i tralci si diapartono da cornucopie ricolme di fiori. Nello stolone centrale della parte anteriore, in basso, riquadro ottagonale applicato con l'immagine ricamata a punto raso di Santa Cecilia seduta alla spinetta; nello stolone della parte posteriore, in basso, riquadro ottagonale applicato con l'immagine ricamata a punto raso di Santa Caterina d'Alessandria incoronata da un angelo

  • OGGETTO paramento liturgico
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Domenico
  • INDIRIZZO piazza S. Domenico, 13, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel corso del primo decennio del Seicento e nell'ambito di un crescente interesse verso gli studi scientifici e la botanica in particolare, nella produzione tessile e a ricamo si afferma e si diffonde un repertorio decorativo basato sulla rappresentazione di fiori descritti con una sempre maggiore evidenza naturalistica. I decori spesso si ispiravano alle immagini dei Florilegi, testi a stampa che illustrano i fiori coltivati in orti e giardini. Ampiamente circolanti, i Florilegi erano rivolti non solo agli studiosi o ai commercianti, ma anche ai pittori o ai disegnatori di stoffe. Per fare solo qualche esempio si vuole ricordare Le jardin du roy tres crestien Henry IV dedicato nel 1608 a Maria de' Medici, che aveva diffuso la moda del ricamo a motivi floreali alla corte di Parigi, l'Hortus Floridus del fiammingo Crispin de Passe il Giovane, pubblicato a Utrecht nel 1614 e stampato ripetutamente nel corso del Seicento, e i Fiori di Francesco Curti. Fino agli anni trenta del Settecento, quando i tessitori e i disegnatori francesi raggiunsero risultati eccezionali nella tecnica della tessitura grazie a particolari accorgimenti - e in particolare si ricordano i points- rentrés inventati da Revel - la maggiore resa naturalistica nella descrizione delle varietà floreali fu prerogativa della produzione a ricamo che era svincolata dalle condizioni connesse all'uso del telaio e, quindi, più libera nell'uso di più fili policromi che potevano essere ricamati seguendo diverse direzioni. L'aspetto pieno e intricato del decoro della pianeta conservata presso la chiesa di San Domenico suggerisce una datazione all'ultimo quarto del secolo. I motivi dei girali fioriti e abitati da variopinti uccellini e della cornucopia ricolma di fiori si ripeterà anche nella produzione a ricamo settecentesca. A questo proposito si veda la pianeta attribuita a manifattura bolognese del secolo XVIII del Museo Davia Bargellini. L'immagine di Santa Cecilia alla spinetta si richiama a modelli iconografici tardo cinquecenteschi tra cui, per esempio, la Santa Cecilia di Bernardino Campi del 1566 (Cremona, chiesa di San Sigismondo) e l'Autoritratto alla spinetta con la fantesca di Lavinia Fontana de 1577 (Roma, Accademia Nazionale di San Luca)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800024912
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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