Cristo in pietà e angeli
Cristo a mezza figura, a tutto tondo, uscente a metà dal sarcofago, sul cui orlo poggiano le mani incrociate e bucate dai chiodi. Il capo coronato di spine, con lunghi capelli spartiti al centro, come la barba, è reclinato in avanti verso l'omero destro. Il costato è ferito. Fronte del sarcofago diviso in tre riquadri da cornici a minuti fregi: al centro la croce domenicana in rilievo. Alla destra è inginocchiato un Angelo adorante, poggiante sul ginocchio sinistro, le mani giunte, il capo proteso, con corti capelli ricciuti; la veste, con scollo decorato, è ampiamente drappeggiata e si raccoglie in pannegio a terra. Alla sinistra un Angelo in piedi sembra accorrere volando, proteso verso il Cristo, il ginocchio sinistro avanzato, le mani incrociate sul petto, i lunghi capelli gettati indietro, sopra le grandi ali spiegate; anche la veste, aperta sulle gambe, asseconda il movimento della corsa con il drappeggio mosso indietro
- OGGETTO scultura
-
ATTRIBUZIONI
Niccolò De Apulia Detto Niccolò Dell'arca (1435 Ca./ 1494): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Domenico
- INDIRIZZO piazza S. Domenico, 13, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo splendido gruppo appartiene al celebre complesso della cimasa, commissionata a Nicolò nel 1469, quando il Governatore e il Reggimento della città decisero di elevare un fastoso coronamento per completare l'arca duecentesca di Nicola Pisano e dei suoi collaboratori. Il contratto di allogazione dell'opera a Niccolò, una volta conservato presso l'Archivio di Stato di Bologna (oggi perduto, ma trascritto nell'Ottocento da Gualandi), reca la data del 20 luglio 1969 e definisce il programma iconografico. Il coronamente fu messo in opera il 16 luglio 1473. Lo scultore impiegò quattro anni, invece dei due previsti dal contratto, e consegnò il coperchio con il coronamento e solo sedici delle ventuno statue previste. Ignoto è il luogo e l'anno di nascita, forse tra il 1435 e il 1440, dell'artista che nei documenti e nel Compianto su Cristo morto di Santa Maria della Vita si firma "de Apulia". La prima attività artistica documentata di Niccolò, di cui non si conosce la formazione, riguarda le opere eseguite a Bologna dove arriva intorno agli anni '60 del Quattrocento: alcune formelle dei finestroni del lato orientale della chiesa di San Petronio (Grandi 1984) e il Compianto in terracotta di Santa Maria della Vita eseguito entro il 1464 (la prima testimonianza documentaria riguardante Niccolò è un contratto di affitto, datato 5 aprile 1462, per una bottega presso la Fabbriceria di San Petronio pagato per lui dall'Ospedale di Santa Maria della Vita; altri simili ne seguoo fino a tutto il 1463 e al 1464 risale una lettera d'indulgenza in cui si cita l'opera). L'importante commissione del coronamento dell'Arca di San Domenico, che "rappresenta un momento di enorme importanza nel percorso artistico dello scultore" (Agostini 1985), sancì la fama dell'artista che da questa prese il nome. Secondo Gnudi è nell'Angelo accorrente da sinistra che è più evidente quell'esperienza toscana che, nella cultura di Niccolò, media quella gotica: "ne vediamo il punto più alto nell'angelo in corsa" che si apparenta all'angelo ceroferario collocato alla base dell'arca
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800024762
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
1997
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0