San Francesco di Paola

stampa di interpretazione ca 1590 - ca 1630

Personaggi: San Francesco di Paola

  • OGGETTO stampa di interpretazione
  • MATERIA E TECNICA carta/ bulino
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centro-meridionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’incisione presenta un segno asciutto e regolare, privo di effetti chiaroscurali complessi, e si caratterizza per un’impostazione compositiva semplice e un trattamento rigido delle pieghe, elementi che rimanderebbero a un linguaggio grafico affine a quello diffuso nel tardo Cinquecento, seppure in una versione semplificata e funzionale alla circolazione devozionale. L’assenza di modulazioni luministiche, l’uso esclusivo del bulino e la semplicità tipografica dell’iscrizione consentirebbero di collocare la stampa in un arco cronologico compreso, probabilmente, tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo. La resa arcaicizzante e la destinazione devozionale potrebbero suggerire un contesto produttivo riconducibile a un ambito religioso popolare o ecclesiastico, forse ascrivibile ad ambienti editoriali di area romana o dell’Italia meridionale, dove la figura di san Francesco di Paola godette di particolare fortuna. Sotto il profilo iconografico, la stampa sembrerebbe rifarsi a una tradizione figurativa ampiamente consolidata della figura del santo, che trova il suo modello nei ritratti eseguiti da Jean Bourdichon tra il 1498 e il 1507, uno dei quali fu inviato a Roma come "vera effigies" del frate eremita ed esposto in Vaticano sino a Settecento inoltrato, prima di andare disperso. Questo ritratto fissò in modo autorevole l’iconografia di San Francesco di Paola – caratterizzata da lunga barba, bastone, saio con cappuccio, aria austera e la scritta "charitas" – divenendo il prototipo di una vasta tradizione figurativa, diffusa soprattutto tramite copie e incisioni, come quella di Francesco Villamena del 1624 (Mâle, 1932). Rispetto alla stampa in esame, però, risulta particolarmente significativo il confronto con il dipinto conservato nella cappella di San Francesco di Paola nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma, oggi attribuito a Paris Nogari e databile alla seconda metà del XVI secolo. Anche l'opera di Nogari parrebbe essere una copia diretta del ritratto di Bourdichon, studiato dal pittore presso la chiesa della Trinità dei Monti. Il confronto tra il dipinto di Nogari e l’incisione conferma la stretta corrispondenza iconografica e suggerisce che la stampa possa derivare direttamente da questa versione pittorica o comunque da un modello riconducibile alla stessa tradizione figurativa, verosimilmente il dipinto perduto di Bourdichon. È dunque plausibile che tanto il bulino in oggetto quanto la tela del Nogari si rifacciano direttamente a quel prototipo, condividendone l’impostazione formale. Sebbene la dipendenza da un’immagine autorevole e codificata, reiterata per secoli nella produzione devozionale, potrebbe spiegare la rigidità arcaicizzante della composizione, ciò non sembrerebbe tuttavia contraddire la datazione qui proposta; giacché, inoltre, il confronto con il dipinto di Nogari, databile alla fine del Cinquecento, costituirebbe un plausibile terminus post quem per l’esecuzione della stampa, coerente con la datazione proposta in base all’analisi tecnica e stilistica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700380682
  • NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE.INV. 5501
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Reale di Genova
  • ISCRIZIONI Al recto: in fondo: a destra - - 602 - - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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