La discesa al limbo
stampa di riproduzione
ca 1790 - ca 1795
Novelli Francesco (attribuito)
1764/ 1836
Personaggi: Gesù Cristo; Patriarchi; Adamo; Eva
- OGGETTO stampa di riproduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ bulino
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ATTRIBUZIONI
Novelli Francesco (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’incisione in esame riproduce con fedeltà compositiva la Discesa al Limbo, piccola tempera su tavola, verosimilmente databile agli anni Novanta del Quattrocento e tradizionalmente attribuita ad Andrea Mantegna. Il dipinto, una delle espressioni più intense e drammatiche della tarda produzione del pittore, risulta documentato nella collezione dell’ultimo duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga ancora nel primo Settecento, e successivamente a Venezia, dove con ogni probabilità fu acquistato da Giacomo Durazzo durante la sua permanenza nella città lagunare. Probabilmente, fu proprio l’interesse collezionistico di Durazzo, unito alla volontà di salvaguardare la memoria visiva dell’opera, a motivare la riproduzione dell’immagine attraverso l'incisione. La stampa – priva di data e firma - è stata ricondotta dalla critica, a partire da Hind e Borenius (1923), alla mano di Francesco Novelli, incisore attivo a Venezia e noto per il suo approfondito studio dell’opera grafica di Mantegna, cui dedicò numerose riproduzioni, tra cui una serie incisoria tratta da disegni allora conservati nella collezione di Giovanni Battista de Rubeis. L’attribuzione a Novelli risulta rafforzata dalla presenza di una lettera, indirizzata a Mauro Boni e datata gennaio 1797, nella quale lo stesso Novelli menziona espressamente la tavola di Mantegna, da lui osservata nella collezione di Durazzo (Campori, 1866). La dichiarazione, pur riferendosi a un’opera già trasferita a Genova nella dimora di Strada Balbi – dove è attestata nella "Description des beautés de Gênes" (1788) – lascia supporre una visione anteriore e diretta del dipinto, verosimilmente proprio nella residenza veneziana di Durazzo, e attesta la familiarità dell’incisore con l’originale. Ciò avvalora l’ipotesi di una conoscenza personale dell’opera, plausibilmente maturata durante la sua permanenza a Venezia, e rafforza la possibilità che l’incisione sia stata commissionata dallo stesso Durazzo, già promotore di un’operazione culturale di valorizzazione dell’opera di Mantegna in altre commissioni - come quella al genovese Giovanni David per la serie dedicata agli affreschi della cappella Ovetari. Sono note ulteriori edizioni della stampa, già segnalate da Hind (1948) e verosimilmente coeve all’esemplare in esame. Una di esse reca la firma "Gio. de Pian" e la data 1795, riconducibile a Giovanni Maria de Pian, incisore attivo a Venezia prima del 1797 nel settore della stampa di riproduzione. È stato ipotizzato che quest’ultimo possa aver derivato la propria versione direttamente dall’incisione di Novelli (Leoncini, 2004). Un’ulteriore variante nota presenta l’iscrizione "1492 / MA / AMF", che potrebbe indicare l’originaria presenza, sul dipinto o sulla sua cornice, del monogramma mantegnesco accompagnato dalla data 1492- coerente con gli elementi stilistici della tavola
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700380675
- NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE.INV. 5726
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Reale di Genova
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0