abito da sposa
Abito da sposa in raso di seta crema con inseriti di tulle e ricami a intaglio a grandi fiori. L’abito ha un corpetto aderente e accollato con maniche corte a palloncino. L’allacciatura è sul dorso mediante cerniera. Sul davanti termina a punta e dalla baschina si inserisce la grande gonna a campana più corta sul davanti e con lungo strascico sul retro. All’attaccatura della gonna appare sia sul davanti che sul retro un inserto in tulle e pizzo triangolare nel medesimo raso con decoro di grandi fiori. L’abito si indossa con una sottoveste in seta avorio (137 x 36) e una grande sottogonna asimmetrica con strascico in cannellato di seta crema (137 x 36). Viene completato da due maniche-guanto senza mani (53 x 20.7) lunghe a forma di imbuto e completate da bottoncini, confezionate in raso crema con lo stesso ricamo floreale dell’abito. Infine vi è una cuffia a calotta semirigida (diametro 50), ricamata con gli stessi motivi di fiori, da cui parte il lungo velo in tulle avorio (l. 118)
- OGGETTO abito da sposa
-
MATERIA E TECNICA
SETA
tessuto
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
-
ATTRIBUZIONI
Sartoria Ventura - Milano (xix-xx Secolo): esecutore sartoriale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Abito da sposa ascrivibile ai nuovi dettami sfarzosi e romatici inaugurati da Christian Dior nel secondo Dopoguerra per la moda matrimonio, le cui proposte continueranno ad essere in voga per buona parte degli anni Cinquanta del Novecento. Grandi gonne a campana, spesso sostenute da simil-crinoline, suntuose decorazioni ricamate, cuffie con veli caratterizzano gli abiti da sposa di questa stagione (si vedano ad esempio in D. Davanzo Poli, V. de Buzzaccarini, L’abito da sposa, 1989, fig. 116, p. 81 un abito Dior degli anni Quaranta con cuffia simile all’abito di Palazzo Reale; fig. 128 p. 87 un abito di Jacques Fath del 1952 con pizzi valenciennes applicati sull’intero abito, fig. 150, p. 96 un abito della primavera del 1959 per l’abbinamento maniche a palloncino e lunghi guanti). Per quanto riguarda l’attribuzione della confezione, l’etichetta interna rimanda alla Sartoria Ventura. Plausibilmente si tratta della casa madre milanese di questa storica sartoria attiva fin dagli anni Sessanta dell’Ottocento e con una sede anche a Genova dagli anni Venti-Trenta del Novecento. Se infatti l’abito risale alla fine degli anni Quaranta o già agli anni Cinquanta del Novecento, come l’analisi stilistica parrebbe suggerire, a queste date la filiale ligure di Ventura in via XXV Aprile era già stata rilevata da Fina Trottamann che prosegue la tradizione di confezioni di eccellenza, ma firmandole a suo nome dal 1945 circa (cfr. Ricordi di Moda. Sartorie genovesi del Novecento, Genova 2005, pp. 54-56). L’abito fa parte della donazione Bombrini del 2008 di abiti e accessori di moda realizzati tra gli anni Cinquanta e anni Ottanta del XX secolo all’allora Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della Liguria
- TIPOLOGIA SCHEDA Vestimenti antichi/contemporanei
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700380359
- NUMERO D'INVENTARIO 1261T
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0