SCENA DI NAOMACHIA
stampa smarginata stampa di traduzione,
post 1677 - ante 1689
Blondeau Jacques (1639 Ca./ 1695 Ca)
1639 ca./ 1695 ca
DIVINITà: MARTE. ATTRIBUTI: (MARTE) LANCIA. PERSONAGGI: GUERRIERI. OGGETTI: NAVI
- OGGETTO stampa smarginata stampa di traduzione
-
MATERIA E TECNICA
carta/ bulino
-
ATTRIBUZIONI
Blondeau Jacques (1639 Ca./ 1695 Ca): incisore
Berrettini Pietro Detto Pietro Da Cortona (1596/ 1669): inventore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
- INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La serie si riferisce al ciclo di affreschi che Pietro da Cortona eseguì a Firenze, a Palazzo Pitti per Ferdinando II de Medici, nelle cosiddette "sale dei pianeti", realizzate dopo avere dipinto le Quattro età dell'uomo nella Sala della Stufa. Berrettini venne affiancato per due anni dal suo allievo Ciro Ferri (1659-1661), a cui spettò la decorazione dell'intera sala di Saturno, che conclude il programma iconografico incentrato sul tema del percorso del governatore principesco e formulato da Francesco Rondinelli (cfr. M. Campbell in A. Lo Bianco a cura di, Pietro da Cortona 1597-1669, catalogo della mostra, Roma 1997, pp. 99-106 con bibl. prec.). Il gruppo di incisioni, le "Heroicae virtutis imagines", è stato realizzato nella stamperia di Gian Giacomo De Rossi e terminato sotto la direzione del figlio Domenico, come attesta l'indicazione di responsabilità nel frontespizio. Benchè il percorso iconografico inizi con la sala di Venere per poi proseguire con quella di Apollo, di Marte, di Giove e infine di Saturno, la serie di stampe si è aperta con la riproduzione della sala di Giove, che infatti è riportata sia nel primo Indice De Rossi, quello del 1677 in cui sono mezionati sei fogli "di Cornelis Bloemaert e altri" (p. 38 c. 3), sia in quelli successivi (Aggiunta del 1686, p. 16 c. 3; Indice del 1696, p. 16 c. 3 e Indice del 1735, p. 62 c. 1, l'unico visionato direttamente in A. Grelle Iusco a cura di, Indice delle stampe intagliate in rame a bulino e in acqua forte nella stamperia di Lorenzo Filippo De Rossi. Roma MDCCXXX. Contributo alla storia di una stamperia romana, Roma 1996), verso il 1686 vennero aggiunte altre due stampe relative una alla volta con Ercole (dove infatti è iscritta la data 1686) e l'altra a una lunetta, segue la sala di Venere le cui matrici sono state inventariate dalla stamperia nel 1677 (p. 38 cc. 1-2), e infine quella di Marte ricordata nel 1689 (p. 63 c. 1) e nell'Aggiunta del 1696 (p. 54 c.1). L'Indice del 1735 riporta inoltre che "Le tre Camere predette formano un libro di 26. fogli, e mezzi fogli imperiali" precisando che vale "scudi 2. bajocchi 20." (cfr. A Grelle Iusco, Indice delle stampe.... , Roma 1996, pp. 264-267 e 454-455). Se non è possibile al momento ricostruire la provenienza delle Heroicae Virtutis Imagines, è comunque plausibile ipotizzarne una comune origine con altre tre serie sempre edite da Gian Giacomo De Rossi e conservate nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, si tratta delle due relative a Palazzo Farnese a Roma - Imagines farnesiani cubiculi (schede 0700103764-0700103776) e Galeriae Farnesianae..icones (schede 0700103777-0700103791) - e incise da Pietro Aquila, e di altre cinque stampe ancora di Pietro Aquila da invenzioni cortonesche, relative quattro a dipinti eseguiti per i Sacchetti e una per i Barberini. Va infine rilevato il ruolo di Cornelius Bloemart - originario di Utrecht ma naturalizzato a Roma, in seguito alla sua chiamata in Italia da parte del marchese Vincenzo Giustiniani per incidere le opere della sua collezione (cfr. E. Bénézit, Dictionnaire des peintres sculpteurs dessinateurs et graveures, Parigi 1948, I, p. 705) - che sembra avere avuto all'interno della stamperia De Rossi, più che semplice incisore su commissione ispiratore piuttosto di una precisa linea da seguire sia nelle scelte dei soggetti da riprodurre, sia nella natura dell'esecuzione (cfr. A. Grelle Iusco, Indice..., 1996, p. 40). L'indice De Rossi del 1735 recita "Nella Camera di Marte mirasi questo Dio del Gentilesimo in mezzo alla volta pieno di furore, e come Vincitore, e per mare, e per terra fa mostra d'abbattere armate, e popoli barbari. Sotto di lui sta a sedere la Giustizia abbracciata dalla Pace, e assistita dalla Liberalità, e dall'Abbondanza, e avendo avanti di sè prigionieri, che liberati dalla servitù le offeriscono le disciolte catene, e le tributano spoglie, e trofei. Vi sono anche le Armi della Serenissima Casa arricchite di nobilissimi trofei. che alludono alle glorie della medesima, conseguite per mezzo di molte segnalate vittorie, tanto terrestri, che marittime, intagliata a bulino da Giacomo Blondeau in cinque gran fogli." segue la valutazione "Scudo I. bajocchi 50"
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700103803
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI IN BASSO A SINISTRA - Iac(obus) Blondeau - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0