Arca di Sant'Eugenio

sarcofago a cassa post 0400 - ca 0499

Il sarcofago rettangolare a cassa, su ognuno dei due fianchi arrotondati reca un rilievo raffigurante un leone stilizzato che azzanna un'antilope; sul fronte è un pannello rettangolare con uno zoccolino modanato al cui centro è un rilievo con S. Eugenio in abito di vescovo, con piviale, stola, mitra e capo cinto da aureola, con la destra benedicente e il pastorale nella sinistra, ritto in piedi su un'urna con lo stemma di Noli (croce bianca su fondo rosso); ai lati sono due teste di cherubini alati che presentano segni di impiombatura per i cannelli per l'acqua; una fascia coi profili incisi accompagna il bordo superiore; tracce di pittura compaiono sul manto del Santo (verde su fondo blu) e sulle ali dei cherubini (verde, giallo, blu, rosso)

  • OGGETTO sarcofago a cassa
  • MATERIA E TECNICA marmo/ intaglio/ pittura
  • MISURE Profondità: 70 cm
    Altezza: 59 cm
    Larghezza: 125 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Noli (SV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cassa conteneva le reliquie di S.Eugenio Vescovo e di due compagni, che secondo la tradizione, esiliato dall'Africa durante la persecuzione vandalica, morì e fu sepolto verso la fine del sec. V nell'isola di Bergeggi (Bibliotheca Sanctorum, V, p. 193). L'arca fu trasferita nel 1239-40 nell'antica Cattedrale di S. Paragorio, allorchè Gregorio IX istituì la sede vescovile a Noli (Memoria del Cancelliere Albertini; Gandoglia, 1885) e certamente vi si trovava nel 1245, alla soppressione del monastero Lerinense di Bergeggi. Il 13 dicembre 1602 avvenne la traslazione nella nuova Cattedrale di S. Pietro, dove per decreto del vescovo Timoteo Berardi, l'arca con le reliquie fu murata entro l'altare dedicato a S. Eugenio (atto rogato dal notaio Pietro Cha, cfr. Gandoglia, 1885).Nel 1652 sotto il vescovo Stefano Martini le reliquie furono tolte dall'arca e collocate in un'urna lignea a cristalli (vedi scheda N. 00021012) posta sui gradini dell'altare; il 23 giugno 1788 "fu ricollegata la cassa nuova nella cassa marmorea e il tutto murato e fissato di nuovo sotto l'altare" (Memoria del notaio G. Boccalandro, 1788).Nel 1868, sotto il vescovo G.B. Cerruti, la cassa fu estratta dall'altare, in rifacimento, e trasferita nella sacrestia dove fu forse utilizzata come lavabo; nel 1885 si trovava nell'attuale collocazione, allorchè le fu apposta al di sopra la lapide (cfr. scheda N. 00021044).L'arca era tradizionalmente ritenuta anteriore al sec. XII (Memorie di G. Boccalandro, 1788: "vetustior quingentis annis"). Gandoglia la riteneva un'urna cineraria di epoca romana, simile "ai monumenti antichi della via Appia" (1897), riutilizzata come vasca per le abluzioni sacerdotali nella chiesa del monastero benedettino di Bergeggi e ne ritiene inoltre il fronte un dono dei Genovesi, in base allo stemma scolpito. Berry (1963), ravvisando nei due pannelli laterali l'oryx o antilope africana, avanza l'ipotesi che si tratti di una vasca per bere, che in epoca romana era posta vicino all'arena in cui avevano luogo i combattimenti di animali feroci. E' assai probabile che si tratti di un sarcofago di epoca barbarica (IV o V secolo) proveniente forse dall'Africa e riutilizzato in seguito come lavatoio, come testimoniano i cannelli apposti sul pannello anteriore: questo, in base alla tipologia del rilievo nella figura del Santo e soprattutto delle teste dei cherubini, piuttosto arcaiche e segnate da una vivace policromia, è attribuibile a un ignoto scultore ligure del sec. XV
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700021045
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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