Struttura simbolica (Ovo di Gubbio). Scultura
dipinto
post 1976 - ante 1976
Bentivoglio (1922-2017)
1922-2017
L’opera è composta da una fotografia montata su compensato e racchiusa all’interno di una teca in Plexiglas. La tavola in legno è agganciata al Plexiglas con 4 viti posizionate sui lati lunghi. Nel retro sul compensato a lapis si trova la data, la firma, l’anno e le dimensioni reali dell’opera conservata a Gubbio
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ applicazione
carta/ impressione
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ATTRIBUZIONI
Bentivoglio (1922-2017)
- LOCALIZZAZIONE Padova (PD)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La celebre scultura l’Ovo di Gubbio è una grande struttura elaborata nel 1976 per la Biennale che si svolse nella città stessa e poi donata alla popolazione. È dunque considerata la prima scultura femminista di arte pubblica: un’opera permanente installata nel paesaggio urbano che è stato contrassegnato da un’immagine potentemente simbolica del femminile e da un discorso chiaramente segnato dal femminismo. Nell’opera, Bentivoglio combina due elementi ricorrenti nella sua poetica – l’uovo e la pietra – che nella loro forte vocazione simbolica fa comunicare in modo proficuo in una «duale simbologia dell’incontro»[1]. Secondo le sue ricerche logo-iconiche, l’uovo è il risultato della graduale conversione della lettera “o”, che si carica di significati culturali e personali, diventando metafora della creatività stessa, in quanto iniziale della parola “origine” e congiunzione disgiuntiva “o, oppure”, segno indicativo dell’alterità. L’uovo è inoltre storicamente un simbolo associato alla vita e alla resurrezione, e dunque legato alla sfera del femminile e della fecondità. La pietra, anch’esso materiale dalle potenzialità polisemantiche, nell’immaginario occidentale è facilmente assimilabile alla dimensione funebre e delle pietre tombali. Questa integrazione è spiegata dall’artista come la necessità di ricomporre una contraddizione fra due simbologie contrapposte di vita e di morte, di fragilità e fossilizzazione. È ancora Bentivoglio stessa a delineare i diversi riferimenti tematici dell’opera e a guidarne l’interpretazione, dimostrando particolare sensibilità nel combinare il proprio lavoro concettuale con la storia e la vita della comunità eugubina. In primo luogo si fa riferimento alla leggenda dell’incontro a Gubbio fra San Francesco e il lupo, identificato, a partire da una ricerca iconografica condotta dall’etnologo Giancarlo Gaggiotti, con una lupa, termine che in latino significa prostituta. San Francesco avrebbe dunque parlato ad una prostituta, figura che nella cultura patriarcale delinea la donna-oggetto per eccellenza. Ad un primo livello di analisi allora, l’Ovo di Gubbio rappresenta un’opera-manifesto, un simbolico accordo di pace di genere sotto il segno dell’uguaglianza tra uomo e donna. Un secondo rimando è alla festa dei Ceri, che si svolge a Gubbio ogni anno a metà maggio. Tradizionale celebrazione di origini precristiane, celebra una fertilità maschile, attestata dal richiamo alla forma fallica dei ceri. Bentivoglio sceglie quindi di collocare il suo uovo in un piccolo slargo lungo il percorso della processione, inserendo un segno femminile in uno spazio rituale esclusivamente maschile. L’ultimo riferimento riguarda la composizione stessa della superficie scultorea. Rivestito da frammenti di pietra locale, la stessa reperibile nello spiazzo in cui l’opera è stata collocata, l’uovo è dedicato All’adultera lapidata, ricordata attraverso un’iscrizione sulla superficie interna della scultura. L’artista volle collocare la scultura fuori dalle mura di Gubbio, perché è fuori dalla cinta muraria che tradizionalmente le adultere venivano lapidate. Tale operazione artistica intende dunque ridefinire i ruoli di genere e gli spazi di devozione religiosa, alterando antichi simboli per definire una spiritualità tutta femminile. Bentivoglio lavora con piglio poetico alla celebrazione al tempo stesso della forza controcorrente del femminile, in grado di far entrare in cortocircuito le leggi punitive patriarcali, e dell’interdipendenza tra femminile e maschile
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500738196
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Padova, Treviso e Belluno
- ENTE SCHEDATORE Università degli Studi di Padova
- ISCRIZIONI sul retro - Mirella Bentivoglio - Bentivoglio -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0