San Filippo Neri. San Filippo Neri

dipinto ca 1740 - ca 1750

Pittura a olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • ATTRIBUZIONI Marinetti Antonio Detto Chiozzotto (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Giovanni Battista Piazzetta
    Pietro Della Vecchia
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Roverella
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Roverella
  • INDIRIZZO via Laurenti 8/10, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è documentato dal Bartoli (1793) nella quadreria Silvestri, en pendant con il Battista del Seminario Vescovile attribuito al Piazzetta, come un “San Filippo Neri co’ paramenti da celebrante, con le mani giunte, riguardante il cielo”. Giunto alla Pinacoteca dei Concordi nel 1876, viene menzionato da Ravà (1921) come Figura di Santo che prega tra i dipinti di Piazzetta, ma nell’Inventario del 1930 è registrato come Un eremita che prega con attribuzione a Pietro della Vecchia. L’opera, ignorata nelle due Guide della Pinacoteca del 1931 e del 1953, venne inizialmente considerata perduta da Pallucchini (1934), ma successivamente indicata dallo stesso (1943) quale derivazione dal modello del San Francesco di Paola di collezione privata veneziana. Romagnolo (1981) recupera poi l’identificazione di San Filippo Neri e l’attribuzione alla scuola del Piazzetta. Secondo Mariuz (1982) si tratterebbe di una copia “mediocre” di scuola piazzettesca del San Filippo Neri documentato da un’incisione di Marco Pelli (1696-post 1760). Fantelli (1985), infine, osservava che sebbene il dipinto fosse nella quadreria Silvestri en pendant con il San Giovanni Battista autografo del Seminario, presenta una mano differente e di minor qualità, e fosse quindi un prodotto della bottega attorno, “se non dopo” il quinto decennio, avvicinandolo alla produzione del chioggiotto Antonio Marinetti (1719-1796), che denota un involgarimento delle invenzioni piazzettesche per mezzo di figure possenti, rigide, appesantite, dall’atteggiamento ed espressione più sentimentale e popolare, una tavolozza giocata “su delle gamme bluastre” con “passaggi di tinte molli e lisci” e una forma “più morbida” (Pallucchini 1932) […]. L’opera, come già evidenziato da Pallucchini (1943) e Mariuz (1982), mostra le affinità più evidenti con quel San Filippo Neri di collezione privata veneziana che già Martini (1964) pubblicava come autografo del Piazzetta, ma con l’identificazione errata a Sant’Ignazio (autografia poi messa in discussione da Mariuz). Come evidenzia quest’ultimo (1982), non solo l’identificazione del santo con San Filippo Neri è deducibile dall’incisione di Marco Pelli, che riproduce in controparte la figura accompagnata dalla didascalia “S. Philippus Nerius”, ma ne esiste un’altra copia con varianti di Egidio Dall’Oglio conservata nella cattedrale di Vittorio Veneto. Il dipinto rodigino è costruito mediante un violento chiaroscuro, dove la luce gioca un ruolo fondamentale sia nel far emergere dal fondo bruno-verdastro la figura di San Filippo Neri sia nella creazione dei volumi. Il fascio di luce che spiove dall’alto a destra mette in risalto lo sguardo ardente di fede e rivolto al cielo del santo; il suo volto dal naso pronunciato, occhi infossati, zigomi sporgenti e gote arrossate; la testa calva, nonché i peli della folta barba bianca che incornicia il viso rischiarandolo con pennellate libere e veloci e facendolo spiccare sul fondale; così come le mani giunte in preghiera, dove un potente chiaroscuro giocato sui toni bruno-rossastri con pennellate pastose che creano violenti passaggi chiaroscurali evidenziano l’ossatura e le pieghe della pelle sulle nocche. Allo stesso modo, il colletto bianco della veste, che si pone in contrasto con il piviale bruno dai bordi dorati riccamente decorati con motivi damascati, spicca nella composizione per i toni luminosi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730851
  • NUMERO D'INVENTARIO 312
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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