Mosè salvato dalle acque. Mosè salvato dalle acque
dipinto
ca 1686 - ca 1747
Pittura ad olio su tela
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese-emiliano
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ATTRIBUZIONI
Crespi Giuseppe Maria Detto Spagnoletto (bottega): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Rossi Pasqualino
Mazzoni Sebastiano
Travi Antonio
Longhi Pietro
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Roverella
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Roverella
- INDIRIZZO via Laurenti 8/10, Rovigo (RO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sia il presente dipinto che il suo pendant “Lavandaie al fiume” sono citati nell’inventario di casa Silvestri e attribuiti ad un pittore anonimo “che ricorda Giovan Francesco Cassana”. Non compaiono, tuttavia, né nel volume del Bartoli (1793) né nell'inventario di Rinaldo Silvestri (1794): si può perciò presumere siano confluite nei beni dei nobili conti solo successivamente. Nella guida della Pinacoteca del 1931 vengono catalogati come scuola di Giuseppe Maria Crespi, proposta a cui si oppone in sede di schedatura Ragghianti (1939-1940) (riportato da Ruggeri (1972)), il quale cita anche un parere orale di Pallucchini: quest’ultimo sostiene che l'artista del dipinto sia mazzoniano, forse identificabile in Pasqualino Rossi. Ivanoff (1948) appoggiava il nome dell’artista veneziano, al punto da considerare il presente “Mosè salvato dalle acque” come replica minore di un’opera di analogo soggetto sempre appartenente alla Pinacoteca dei Concordi (Fantelli, 1985, n. 296), attualmente attribuita ai modi di Antonio Travi, detto Il Sestri. Valcanover (1958), seguito da Ivanoff (1958-1959), reputava inaccettabile l'attribuzione al Mazzoni per il “Mosè salvato dalle acque” (Fantelli, 1985, n. 296), e tuttavia ipotizzava un comune autore dell'orbita mazzoniana per i due pendant silvestriani, un seguace del tardo Seicento dell'artista. Ruggeri (1972) distingueva due autori per le tre opere, e pertanto riproponeva il nome del Crespi per la coppia in oggetto, oppure in via d’ipotesi del giovanissimo Pietro Longhi, suo allievo a Bologna. Fantelli (1985) propendeva anch’egli per la bottega del Crespi, senza tuttavia intravvedere la mano del Longhi. Tale attribuzione, oltre che dallo scrivente, è stata ribadita anche in occasione della recente mostra sul lascito Silvestri da Vedova (2023)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730584
- NUMERO D'INVENTARIO 304
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0