Incoronazione della Vergine. Incoronazione della Vergine Maria da parte di Gesù Cristo

dipinto ca 1404 - ca 1408
Di Pietro, Nicolò (documentato A Venezia Tra 1394 E 1427)
Documentato a Venezia tra 1394 e 1427

Dipinto su tavola centinata lievemente imbarcata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ATTRIBUZIONI Di Pietro, Nicolò (documentato A Venezia Tra 1394 E 1427): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Giambono Michele
    Donato Bragadin
    Jacobello Del Fiore
    Antonio Vivarini E Giovanni D’alemagna
    Vivarini Alvise
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Roverella
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Roverella
  • INDIRIZZO via Laurenti 8/10, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera proviene dalla collezione Silvestri, donata nel 1876 parte all’Accademia dei Concordi e parte al Seminario Vescovile. Al momento del legato, il quadro era attribuito ad un oscuro Luigi I Vivarini, secondo lo scrivente forse da riconoscersi in Alvise Vivarini (1446-1502), che talvolta era chiamato Luigi. Bernardini (1905), tuttavia, era convinto che la paternità spettasse ad un artista anteriore ad Alvise, legato alla lezione di Lorenzo Veneziano. Lionello Venturi (1907) - seguito da Adolfo Venturi (1911), Testi (1915) e successivamente da Pellati (1922) - avanzava il nome di Michele Giambono, mentre Von Hadeln (1910) proponeva quello di Donato Bragadin. Broglio (1924, ed. 1927) riferiva l’opera ad Antonio Vivarini e la datava al 1440; al contrario, Van Marle (1926) la espuntava dal catalogo di Giambono accostandola per la prima volta ai modi di Nicolò di Pietro, soprattutto a paragone con il “San Lorenzo” delle Gallerie dell’Accademia di Venezia (attribuito in precedenza al maestro veneziano da L. Venturi). Fiocco, durante il seminario universitario a Padova del 1928-1929, propendeva per Nicolò di Pietro, istanza favorevolmente accolta da Sandberg Vavalà (1930), la quale collocava il dipinto nell’ultima decade del Trecento. Se nell’inventario del 1930 delle collezioni dell’Accademia dei Concordi e nella Guida della pinacoteca del 1931, l’opera, esposta nella Sala Alessandro Casalini, era attribuita ad Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, viceversa Berenson (1932) sosteneva si trattasse di un autografo di Jacobello del Fiore. Alcuni anni dopo, Longhi (1940 e poi 1946) aveva modo di ribadire l’attribuzione a Nicolò di Pietro avanzata da Fiocco, segnando la storia critica successiva del quadro, la cui autografia non è stata più discussa. Il dipinto, al contrario, è diventato un caposaldo della produzione dell’artista, al punto da fungere da termine di paragone per altre aggiunte al suo catalogo. Pallucchini (1956), seguito da Magagnato (1958), pensava che l’ “Incoronazione della Vergine” di Rovigo si situasse tra l’omonima opera di Palazzo Barberini e la contemporanea “Madonna con il Bambino” delle Gallerie Accademia di Venezia (datata 1394) e il “Crocefisso” di Verucchio (del 1404). Del medesimo avviso era anche Scarpa Sonino (1975-1976), che includeva l’opera nel saggio monografico sul pittore. De Marchi (1987), invece, postponeva la cronologia accostandosi al 1404, anche per la foggia dei vestiti dei credenti in basso, mentre Christiansen (1987) la posticipava oltre il 1408, cioè dopo la “Madonna con Bambino di Santa Maria dei Miracoli”. De Marchi e Franco (2000) suggerivano una collocazione al 1404 circa o successiva e stimavano che l’opera – oggi isolata – potesse far parte di un polittico disperso. Griffin e Mazzotta (2014) datavano l’opera al 1405 circa. L’ “Incoronazione” rodigina spetta indubbiamente alla mano di Nicolò di Pietro, sia per lo stile, sia per i puntuali riscontri che si possono individuare tra i suoi autografi: ad esempio, nella “Madonna” Belgarzone di Venezia (firmata e datata 1394) alcuni angeli musicanti vengono ripresi in maniera fedele. Allo stesso tempo, la nuova strutturazione del trono lascia trapelare l’ipotesi che la tavola dei Concordi sia cronologicamente successiva, in quanto più riccamente caratterizzata dalla vena boema già sottolineata dalla critica. Per ragioni simili (tra cui la differente morbidezza degli incarnati e la minor naturalezza dei soggetti) anche la tavola di omonimo soggetto di Palazzo Barberini è possibile che sia antecedente, come pure quella alla Pinacoteca di Brera, tra le altre motivazioni, anche per l’incerta costruzione di volti e mani. Maggiormente accostabile risulta il Crocefisso di Veruchio, firmato e datato 1404, richiesto dalle monache agostiniane della città romagnola. Allo stesso tempo, nella tavola dei Concordi non risulta ancora manifesto l’incontro con Gentile da Fabriano, accaduto con ogni probabilità attorno al 1408, anno in cui fu commissionata a Nicolò dal mercante lucchese Francesco Amadi un’ancona che doveva fare da pendant a un’opera, ora dispersa, di Gentile. L’incontro con il pittore marchigiano fu determinante per Nicolò e tutte le opere successive ne hanno risentito. Depone a favore di una datazione avanzata - secondo chi scrive compresa tra il 1404 e il 1408 - anche l’originalità nelle decorazioni dorate rilevate per corone, scettri e nimbi, già evidenziata da De Marchi (1987): tale tendenza ad un maggiore decorativismo, secondo Buttus (2014) si inscrive in un fenomeno sempre più marcato nell’arte veneziana del primo Quattrocento. Nella sezione inferiore compaiono i due donatori, forse vestiti da senatori veneziani, eponimi dei santi (probabilmente, S. Teodoro e S. Giorgio), assieme a numerosi altri dignitari e alcuni monaci agostiniani. È possibile, quindi, che la committenza della pala sia stata originariamente avanzata da laici in favore di un convento agostiniano. Nonostante ricerche in merito alle principali fondazioni eremitane nel Veneto del tempo, non sono emersi riscontri utili a ricostruire la committenza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730526
  • NUMERO D'INVENTARIO 158
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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