Firmato in basso a destra e sul retro in alto a destra, il lavoro è stato donato dallo stesso artista nel 2002, dieci anni dopo la sua realizzazione, e fa parte di una serie di sperimentazioni di Massironi sulla percezione dei nodi, che trova esito nel manuale Closed Flat Knots, pubblicato nel 2004. Il titolo si traduce letteralmente “Nodi Piatti Chiusi”. I nodi creati da Massironi sono “flat”, perché consistono di lamine bidimensionali piegate su se stesse, e “closed”, in quanto sono ben stretti, per nulla allentati. Per realizzarli l’artista si serve di materiali semplici, come legno e cartoncini colorati scelti senza un preciso criterio: il primo viene tagliato in più parti, un pezzo trapezoidale a costituire il nucleo centrale e due rettangolari per formare le due braccia laterali, che, una volta assemblati, assumono la forma prefissata dall’artista; il cartoncino colorato, incollato solo su alcune parti per dare l’idea dell’intreccio, guida ulteriormente la visione dello spettatore. In linea con le teorie della Gestalt, il ruolo dell’osservatore è dunque determinante per dare un senso all’opera, perché è attraverso la percezione ottica che le forme composte assurgono al valore di nodi. Secondo il collezionista, il professor Chieco Bianchi, rappresentando il risultato plastico della ricerca teorica di Massironi, l’opera si integra perfettamente nel contesto dell’attività scientifica svolta all’interno dei laboratori e dibattuta nell’Aula Magna, dove il Closed Flat Knot è oggi esposto