Ritratto virile. ritratto d'uomo
dipinto
1500 - 1549
Ritratto a busto intero di un uomo con barba, baffi e capelli neri in abito nero. Egli ha il volto e lo sguardo rivolti a sinistra e, con la mano destra, tiene un libro
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto, attribuito da Aleardi (1851) a Francesco Torbido e definito tale per «la gagliardezza del colorito che altri il vorrebbe del Giorgione», è descritto da Bernasconi (1864) come «quello di un personaggio della famiglia Giusti, che di vero è affatto da Giorgione». Ferrari (1871), che mantenne l’attribuzione del dipinto a Torbido e ne ricordava la provenienza dalla famiglia Cazzola, nella quale sappiamo confluirono nel 1820 parte dei beni del conte Uguccione Giusti, ultimo discendente del ramo dei Giusti delle Stelle (ASVr, Fondo Giusti, proc. 192), non accoglie però l’identificazione del personaggio raffigurato con uno dei Giusti, confermata invece anche da Milanesi nella sua edizione delle "Vite vasariane" (Vasari [1568] 1880, V). Tale identificazione, altrimenti non documentabile, ma basata sul racconto del Vasari circa i rapporti di familiarità del pittore con questa nobile casata veronese ed evidentemente ritenuta di grande prestigio, è da collegare per attendibilità e significato a quella di un altro ritratto, «che si crede di Zenovello Giusti, ed è citato dal Vasari», ricordato come opera di Torbido nella collezione Sanbonifacio da Giovan Battista Da Persico (1820-1821, II, p. 29). L’attribuzione del dipinto a Torbido, accettata quasi senza riserve dalla storiografia successiva, fu invece respinta da Dirce Viana (1933) che, a ragione, giudicava il parere espresso da Aleardi «incomprensibile, poiché il colore terribilmente sordo, la mano rattratta, il volto senza rilievo, di una uniforme tinta giallognola, rendono questa povera cosa indegna del Torbido ritrattista». In conformità con questa ipotesi, Marina Repetto Contaldo (2010, p. 417) sottolineava che, pur tenendo conto di generiche analogie con il taglio compositivo squadrato e rigorosamente frontale tipico della ritrattistica di Francesco Torbido, questo dipinto non può essergli ragionevolmente attribuito, e va collocato piuttosto in un ambito genericamente veneto. (da Marina Repetto Contaldo 2010, p. 417)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717773
- NUMERO D'INVENTARIO 5254
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0