Caccia al cinghiale calidonio. caccia al cinghiale
dipinto
1500 - 1549
Il dipinto raffigura una scena di caccia al cinghiale: fra i cacciatori, al centro, una donna trafigge l'animale. Sullo sfondo, oltre il bosco, si scorgono un castello ed altri edifici
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto faceva parte nel secondo Ottocento della collezione dello scultore veronese Ugo Zannoni, che ne fece dono al Museo nel 1905, come si legge in un’iscrizione sul verso della tavola. Nella sua prima collocazione era dubitativamente attribuito ad Andrea Schiavone, mentre nel catalogo del Museo (Trecca 1912) lo si scheda come ignoto, senza ulteriori precisazioni. Restaurato nel 1994, fu esposto nel 1998 alla mostra "Cento opere per un grande Castelvecchio". Nel catalogo della mostra, Gianni Peretti avanzava l’ipotesi di un accostamento all’arte di Filippo da Verona negli anni 1515-1520, soprattutto per confronto con una "Scena di caccia" di collezione privata pubblicata da Bacchi (1994) e giustamente considerata molto vicina alla pala fabrianese del 1514. Il riferimento all’ambito di Filippo da Verona per la tavola veronese non è stato tuttavia accolto da Elena Rama (2010, p. 417). La studiosa sottolineava la difficoltà di collocare l'opera, considerata l'eterogeneità dei riferimenti culturali: all’arte emiliana e dossesca nel discreto brano paesistico toccato da pennellate rapide sia sul fogliame sia nell’edificio classicheggiante sulla destra; alla cultura nordica nell’abbigliamento e nelle fisionomie un po’ deformate dei personaggi maschili. Anche in ragione di alcuni pesanti ridipinture soprattutto nella figura femminile al centro del dipinto, Rama suggeriva piuttosto un accostamento all’arte di Fogolino in opere come le predelle della pala di Povo (Trento), dove si individuano le stesse matrici culturali riconosciute nella tavola veronese. Si vedano in particolare quelle raffiguranti l’"Adorazione dei Magi" e il "Martirio di san Pietro" (Chini 1985, pp. 128-131). Nello sfondo si possono cogliere parentele nel fare compendiario con cui sono resi edifici e fogliame, che Chini indicava come di matrice dossesca e ferrarese, mentre le figure mostrano un analogo impaccio nelle posture e una certa aria tedesca. I costumi dei personaggi maschili in primo piano e il soggetto sembrano suggerire una collocazione cronologica in un ambito di cultura attardata negli anni venti o trenta del Cinquecento. (da Elena Rama 2010, p. 417)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717772
- NUMERO D'INVENTARIO 5798
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul retro - Dono di Ugo Zannoni al Museo Civico di Verona/ 1905 - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0