San Giovanni battista. San Giovanni Battista
dipinto
1500 - 1510
Il dipinto raffigura san Giovanni battista, ritratto a mezza figura frontale con la croce e un cartiglio
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Al tempo in cui si trovava nella collezione di Giulio Pompei, il dipinto, allora esposto «nella sala respiciente il cortile», portava un’attribuzione a Mantegna considerata improbabile già dagli stessi estensori del catalogo della quadreria che, più cautamente, lo schedarono come di «autore incerto», abbinandogli di conseguenza una stima modesta, pari alla somma di 20 lire (Avena 1907, p. 225). In seguito Bernasconi (1865) pensò potesse trattarsi di un autografo di Benedetto Montagna, riferimento trascritto in forma interrogativa anche nella documentazione archivistica, ma privo di ulteriore fortuna: una volta ricoverata nei depositi, la tavola ha in effetti cessato di riscuotere attenzioni critiche ed attualmente risulta inventariata come opera di ignoto, con una datazione ai primi del XVI secolo. La messa a punto di un quadro interpretativo non può prescindere dalla presa di coscienza della condizione di frammento della figura, che dovrebbe esser stata ritagliata dal lato sinistro di una composizione più estesa, una pala o un polittico, con al centro un’immagine – facilmente una Madonna con il bambino – verso cui il santo puntava l’indice per orientare l’attenzione dei devoti, in applicazione di un espediente narrativo piuttosto comune verosimilmente esemplato su precedenti mantegneschi quali la "Madonna Trivulzio". Il "Battista" di Castelvecchio – ciò che ne resta – pare infatti prospettare la conoscenza da parte del suo autore di quello dipinto dal padovano nella pala del 1497, di cui vengono accolte, più che la sostanza formale, l’impostazione e soprattutto la funzione espressiva, inalterata nella sua efficacia anche nel caso che la figura, anziché nel contesto di un’ancona, fosse stata pensata come modulo isolato per il laterale di un polittico, come, per rimanere in un contesto di mutuazioni mantegnesche (Agosti 1994, p. 131), il "San Giovanni battista" del Musée du Petit Palais di Avignone di Cristoforo Scacco (Laclotte, Mognetti 1987, p. 196). L’impressione di trovarsi di fronte a una rielaborazione di temi desunti dalla produzione tarda di Mantegna contribuisce a legittimare una datazione della tavola ai primi del Cinquecento, ma non aiuta a superare l’impasse attributivo. Il dato stilistico risulta infatti fortemente pregiudicato dallo stato di conservazione dell’opera, giunta al restauro in condizioni assai critiche, impoverita e svelata, e per di più alterata da pesanti ridipinture: non è perciò dato dire quanto dell’attuale apparenza corrisponda all’intenzione originale dell’artista o non sia piuttosto frutto di questa protratta sequela di rimaneggiamenti. Per il poco che si può intuire, la conduzione del panneggio e l’illanguidimento espressivo del santo sembrerebbero in ogni caso orientare verso l’enclave belliniana, ma tale riferimento è difficilmente traducibile nell’identificazione di una personalità precisa, lasciando dunque l’opera confinata in un limbo d’anonimato. (da Monica Molteni 2010, p. 420)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717768
- NUMERO D'INVENTARIO 5858
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0