San Sebastiano. San Sebastiano
dipinto
1490 - 1499
Caselli Cristoforo (1460 Ca./ 1521)
1460 ca./ 1521
Il dipinto raffigura san Sebastiano trafitto dalle frecce. Il santo è ritratto in piedi, con le mani legate dietro la schiena. In secondo piano, elementi architettonici tra cui uno verticale decorato con un bassorilievo a motivi vegetali. In primo piano, ai piedi del santo, petali e foglie
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Caselli Cristoforo (1460 Ca./ 1521)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di un frammento, che sicuramente faceva parte di una pala d'altare, nella quale si trovava a destra del trono, che si intravede, forse come uno di due soli santi che affiancavano presumibilmente una Madonna. Sul pavimento si vedono petali e foglie di rose, come se si trattasse di una "Madonna del Rosario"; questa sembra comunque una conferma del fatto che la figura in trono doveva essere Maria. In concomitanza con la pubblicazione del catalogo generale delle collezioni di Castelvecchio (2010) Andrea di Lorenzo proponeva di riconoscere la "Madonna con il bambino in trono" presso la Fondazione Cariparma (tavola 95 x 62 cm, inv. F13) nella tavola che affiancava il "San Sebastiano" del Museo. Assegnato nella letteratura più antica ad Andrea Mantegna, fu poi dato a Marco Basaiti, a cui lo riferiva dubitativamente anche Bernard Berenson (1932, 1957). Giorgio Bernardini (1902) lo attribuiva a Girolamo Dai Libri, nome ripreso nella didascalia della vecchia foto Anderson. Fritz Heinemann, nel suo repertorio belliniano (1962, I, p. 235), respingeva, tuttavia, quest'ultima attribuzione e quella al seguace albanese di Giovanni Bellini, Basaiti appunto, e lo vedeva piuttosto opera probabile del vicentino Marcello Fogolino. Più di recente, Mauro Lucco, dopo averlo già assegnato a Cristoforo Caselli in una conferenza tenuta a Padova nel 1985, confermava nel 1994 l'attribuzione del frammento al belliniano-cimesco parmigiano; questa opinione è stata ribadita da Maria Cristina Chiusa nel suo articolo monografico del 1996. Cristoforo Caselli da Parma, detto il Temperello, è documentato a Venezia dal 1488 al 1494, ma probabilmente era ancora in laguna l'anno successivo. Collaboratore di Giovanni Bellini, Alvise Vivarini, Vittore Carpaccio e altri nella realizzazione delle tele per la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, distrutte dall'incendio del 1577, appare nelle sue opere influenzato anche da Giambattista Cima da Conegliano. Le sue opere principali sono la pala per la cappella del Consorzio dei vivi e dei morti nel duomo di Parma, firmata e datata 1499, oggi nella locale Pinacoteca Nazionale: in essa vediamo la "Madonna in trono con il bambino, angeli musicanti e adoranti, sant'Ilario vescovo, il Battista e, in alto, il Padre Eterno con cherubini". Pure firmato è il polittico della parrocchiale di Almenno San Bartolomeo (Bergamo), di cui rimane in loco la tavola centrale raffigurante "San Pietro papa in cattedra", mentre i laterali (i "Santi Paolo, Giacomo, Sebastiano e Matteo") sono nell'Institute of Arts di Detroit e la cimasa, composta da tre tavole ("San Giovanni battista e santa Caterina d'Alessandria", la "Madonna con il bambino" e "Maria Maddalena e un santo apostolo") riconosciute già da Gustav Ludwig nel 1905, nella Pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo (cfr. Tempestini 1978). Anchise Tempestini (2010, p. 424) sottolineava, inoltre, che il "San Sebastiano" di Detroit non è confrontabile con quello di Castelvecchio poiché è raffigurato come un giovane cavaliere con spada e stilisticamente presenta una tornitura neoantonellesca, tipica della fase veneziana del pittore, che cercheremmo invano nel dipinto veronese, la cui attribuzione a Caselli è sostenibile per confronto con opere successive al rientro in patria, soprattutto l'"Adorazione dei magi", firmata e datata 1499, nella chiesa di San Giovanni Evangelista. (da Anchise Tempestini 2010, p. 424)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717765
- NUMERO D'INVENTARIO 1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0